DATA DI PUBBLICAZIONE: 1 Ottobre 2020
TITOLO: Il terzo giorno
SERIE: #1 La prima indagine del commissario Colasette
AUTORE: Paolo Nelli
GENERE: giallo
EDITORE: La Nave di Teseo
TRAMA
Il venerdì di Pasqua un paesino lombardo, Colle Ventoso, è sconvolto dal ritrovamento di tre cadaveri. Due sono riversi sulle scale di un condominio: si tratta di Tore, un trentenne assillato dai creditori, e di un bellissimo ragazzo biondo, chiamato “l’angelo” per via di due ali disegnate sulla schiena. Il terzo corpo, quello di Ilde Ardenghi, viene scoperto nel suo appartamento pieno di raffinate opere d’arte. A investigare è il commissario di polizia Valerio Colasette, un meridionale trapiantato al nord, in difficoltà con regole e superiori e con una lettera di dimissioni pronta da dieci anni. Iniziano così due indagini parallele: da una parte Irene Iannone, fidanzatina di Tore ai tempi dell’infanzia, un’assistente sociale spinta da ragioni personali che agisce di puro intuito; dall’altra Colasette, scontroso, spesso insofferente eppure capace di entrare in sintonia con i suoi compaesani, affiancato nel caso dalla brillante ispettrice Maddalena Bercalli. Tra i due la collaborazione prende presto le forme di un’intimità inaspettata. Le indagini si incontreranno, inevitabilmente, il giorno di Pasqua, per scoprire che anche nelle case di Colle Ventoso, come nell’animo dei protagonisti, niente è mai come sembra. La prima indagine del commissario Colasette e dell’ispettrice Bercalli è un giallo letterario che gioca con le regole del genere: Paolo Nelli trasforma un mistero di condominio in una vertiginosa indagine in equilibrio tra il male e il bene.
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L'autore
Paolo Nelli, nato nel 1968, vive a Londra. Ha fatto diversi lavori e ora insegna Lingua e Cultura italiana al King’s College London. Ha pubblicato racconti e romanzi, tra i quali il suo primo La fabbrica di paraurti (1999), e il suo ultimo Trattato di economia affettiva, uscito nel 2018 per La nave di Teseo. È tra i fondatori e organizzatori del FILL, Festival of Italian Literature in London.
Le opere
Mio marito Francesca
Tre racconti lunghi che esplorano il "possibile erotico" e si reggono su situazioni paradossali, ma non del tutto impensabili. Il racconto che dà il titolo al romanzo mette in scena una coppia comune: Paolo e Francesca. Sin dai nomi la coppia ideale. Solo che la moglie è Paolo, il marito Francesca. Entrambi, infatti, hanno cambiato sesso, ma nonostante questo sono una coppia normale, anzi macchiettisticamente normale. Un libro che induce a constatare come il comico, il surreale e l'impensabile si trovino a pochi passi dalla "normalità".
Trattato di economia affettiva
Nello è un bambino che cresce negli anni '70 del post boom economico. Padre operaio, madre casalinga, pochi soldi in famiglia e molti affanni affettivi, ma la sua è un'infanzia felice. Le avventure di Nello sono riviste così, alla luce di soldi e affetti. Un viaggio a seguire un bambino in un mondo sempre più pieno di possibilità, ma senza i mezzi per realizzarle. Dal pianto della nascita alla terza media, con lui si ride, ci si commuove, ci si affeziona e, anche, viene voglia di abbracciarlo questo ragazzino, per proteggerlo dalla realtà che lui sta scoprendo. Scorrono gli anni '70, con le loro canzoni, la fine di Carosello, le nuove pubblicità, i telefilm, le Brigate Rosse: lo slogan "tutto è politico" diventa nell'esperienza di Nello "tutto è economico". Perché lui non ha rivoluzioni e non ha lotte politiche. Quello che ha è l'epica delle piccole cose, l'epica del suo stupore quotidiano, i pomeriggi con gli amici, i millenuovi prodotti e l'affetto a cui ambisce. Dentro lo svolgersi del racconto dell'infanzia ci sono le incursioni di Nello adulto, le sue relazioni, il suo lavoro, le sue emozioni. E la maestra che piange di fronte alla classe, il bacio rubato in colonia, il trapezista che perde la presa, Sandokan che uccide la tigre continuano ad avvenire in lui, nell'unico presente possibile, quello della memoria. Soprattutto quel soldatino rubatogli all'asilo, prima ancora di poterci giocare, l'inizio di tutto, perché nella vita, forse, "siamo tutto ciò che non abbiamo avuto".
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