mercoledì 20 gennaio 2021

RECENSIONE "Le campane di San Pietroburgo" di Jessica Marchionne

 



TITOLO: Le campane di San Pietroburgo
SERIE: no serie, autoconclusivo
AUTORE: Jessica Marchionne
DATA DI PUBBLICAZIONE: 16 Gennaio 2021
EDITORE: Words Edizioni
GENERE: fantasy storico
AMBIENTAZIONE: Russia
FINALE: chiuso
PROTAGONISTA: Viktor, bambino sognatore.




TRAMA

Viktor è solo un bambino quando riceve in dono dal fratello Ivan un diario, a suo dire, capace di realizzare tutto quello che vi viene scritto: è così che esprime il desiderio di diventare Zar. Ma la sua vita, nel pieno della prima grande guerra, è destinata a essere stravolta: viene venduto dal padre a uno strano uomo di nome Gavril, segnato dalla perdita di moglie e figli. Di loro gli resta solo un orologio fermo, che all’improvviso riprende a ticchettare con l'arrivo di Viktor. Quando Palazzo d’Inverno viene attaccato, però, tutto sembra perduto ancora una volta. Anni dopo, Viktor incontrerà Anastasia Romanov, e insieme a lei, dopo essere diventato Zar, riconquisterà la città fino all’avvento di Stalin. Ma ecco che, quando le campane di San Pietroburgo risuoneranno, il diario rivelerà ancora una volta la sua magia. E cosa ne sarà di Gavril, legato a quell’orologio che segna il tempo in bilico tra la vita e la morte?

Nella Russia di Lenin e Stalin, della fierezza imperiale dei Romanov, tra la neve, le rose e il sangue "Le campane di San Pietroburgo" mescola realtà e finzione, storia e fantasia, in un intreccio ricco di avvenimenti e colpi di scena.

RECENSIONE

Le campane di San Pietroburgo è un fantasy storico affascinante che mi ha catturato fin dalla prima pagina. Sono un’amante sia del genere storico e sia del fantasy e quindi non potevo di certo perdermi questo libro dalla trama originale. Veniamo catapultati agli inizi del secolo scorso nel periodo della Russia imperiale e dei Romanov, di Stalin e Lenin, in un tempo di rivolte, colpi di stato, dei soviet e complotti. Su questo sfondo di morte e sangue conosciamo la storia del piccolo Viktor, un bambino che ha provato fin da piccolo cosa significa la solitudine e che ha conosciuto il mondo crudele in cui vive. Suo fratello Ivan, l’unico che gli abbia mai voluto bene, gli dona un diario magico in cui scrivere i suoi sogni e vedere il mondo da un’altra prospettiva. Quel mondo con un pizzico di magia si va a scontrare con la dura realtà: il dolore, la morte e le rivolte si fanno spazio tra le strade di San Pietroburgo, imbiancata dalla neve candida e silenziosa che si tinge del rosso del sangue. Attorno a lui gravitano altri personaggi importanti: Gavril, un uomo buono che ha perso moglie e figli e che si prende cura di Viktor, compiendo azioni che potrebbero metterlo in pericolo; Anastasia Romanov, bella, forte e determinata con la quale Viktor riconquista la città fino all’avvento di Stalin. Ciò che rende speciale questo libro è la capacità dell’autrice di riuscire non solo a caratterizzare molto bene i personaggi, ma anche a farci percepire le emozioni e le sensazioni che provano, insieme all’atmosfera cupa, fumosa e malinconica di San Pietroburgo che intreccia realtà e fantasia, sogni effimeri e un tempo che insieme alla Storia e alle piccole deviazioni della magia corre per seguire il suo corso. La magia descritta è tenue, silenziosa e impalpabile che devia la Storia come la conosciamo in maniera microscopica, regalando ai personaggi brevi momenti di felicità e spingendoli a credere ancora nei sogni, nonostante tutto. La narrazione è appassionante e coinvolgente, la scrittura curata e ricca di molti spunti di riflessione importanti. Le campane di San Pietroburgo è una storia di realtà e magia, di intrighi e Storia, di colpi di scena e speranza.


Raffaella





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