martedì 9 febbraio 2021

RECENSIONE "Semper fidelis" di Erika Pomella

Buon pomeriggio lettori, Daniela ci parla di Semper Fidelis, il romanzo rosa di Erika Pomella uscito la settimana scorsa con Triskell Edizioni. Una storia che ci insegna quanto ci si possa amare anche nelle diversità, consapevoli che per stare bene ed essere felici non bisogna cambiare l’altro ma piuttosto accettarlo!



TITOLO: Semper fidelis
SERIE: no serie, autoconclusivo
AUTORE: Erika Pomella
DATA DI PUBBLICAZIONE: 2 Febbraio 2021
EDITORE: Triskell Edizioni
GENERE: rosa contemporaneo
AMBIENTAZIONE: New York
FINALE: chiuso
PROTAGONISTI: Savannah, segretaria di redazione; Leo, ex marine.





TRAMA

A quattordici anni Savannah ha visto la morte in faccia, ma non le ha permesso di sconfiggerla e rubarle i suoi sogni. Ora lavora nella redazione di un giornale di New York e sogna di vedere il suo nome in fondo a un articolo. Non può immaginare che il suo primo incarico sarà quello di scrivere su ciò che odia di più al mondo: le armi. Leo è un ex marine e lavora in un poligono di tiro. Cresciuto in Texas, ha sempre avuto a che fare con le armi e ne possiede sin da quando è ragazzo. Savannah e Leo non hanno niente in comune, ma, quando si trovano costretti a lavorare insieme, i loro mondi entrano in rotta di collisione. Pieni di cicatrici, spaventati dalla chimica che nasce immediatamente tra di loro, Leo e Savannah dovranno trovare un modo per coesistere e accettare che l'attrazione che scorre tra di loro non è solo un compromesso passeggero.

RECENSIONE

Recensire un libro è sempre un’avventura per me, soprattutto se si tratta del frutto di una nuova autrice, italianissima, che si affaccia al panorama romance per la prima volta e lo fa con una storia dai temi delicati quali l’uso e il possesso delle armi da fuoco e la sindrome del sopravvissuto.
La trama è già piuttosto esplicativa, non vi tedierò quindi con un suo riassunto ma piuttosto vi parlerò dei protagonisti di questa storia che, piano piano, hanno saputo conquistarmi seppur con qualche remora. Savannah e Leo infatti, per quanto diversi all’apparenza, sono estremamente simili in quanto, entrambi, celano l’animo spezzato da una vita che sembra essersi solo accanita contro di loro. Entrambi si sono allontanati da luoghi che fino a un istante prima chiamavano casa perché ormai infestati dai brutti ricordi e hanno ricominciato a vivere in una città che ha saputo accoglierli a braccia parte e li ha cullati senza chiedere nulla in cambio. Si conoscono per caso e mettono in chiaro fin da subito che non sono fatti per amare… non più, e inizieranno un viaggio fatto di dubbi e paure radicate nel profondo, perché fidarsi ancora richiede grande coraggio e allora forse è meglio mentire a se stessi e negare piuttosto che rischiare di soffrire ancora una volta. Perché cosa resterebbe altrimenti di un cuore già di per sé a pezzi? Eppure quella stessa vita che fino a pochi attimi prima gli aveva solo remato contro saprà fargli dono di un amore che sostiene, che lenisce e sana le ferite. Un amore inaspettato fatto di differenze apparentemente inconciliabili ma che invece rappresenteranno la linfa vitale capace di nutrirlo, accrescerlo e renderlo forte come nient’altro al mondo. Care Readers, devo ammettere che, a conclusione di questa nuova avventura, non pochi sono i dubbi che sono sorti. Erika Pomella è un’autrice senza dubbio capace e lo si intuisce dal suo stile di scrittura chiaro e accattivante, caratterizzato da momenti fatti di leggerezza e di sorrisi ad altri, più introspettivi, che fanno certamente riflettere. Quello che manca però, a mio parere, nel corso della lettura è un maggior approfondimento delle dinamiche emotive e sociali, nonché una buona caratterizzazione, soprattutto fisica, dei nostri due protagonisti e, in particolare, di Savannah. Quest’ultima, di cui intuiamo a stento il colore degli occhi, cela infatti un passato sofferto fatto di perdite profonde e di tradimenti che però vengono solamente accennati, nonostante il prologo lasciasse presagire diversamente. Il lettore non riesce quindi ad entrare in sintonia con i suoi stati d’animo e i suoi modi di fare, modi che risultano in alcune occasioni fuori luogo e non in linea con il personaggio fino a quel momento descritto. Lo stesso vale per Leo, veterano di guerra con la sindrome del sopravvissuto, il cui passato, atto a giustificare pensieri e azioni, viene solo abbozzato sulla base di ricordi che risultano poco chiari anche al lettore.
Tanti i personaggi di contorno che interagiscono con i protagonisti e ne condizionano i comportamenti: probabilmente, come me, avreste gradito una maggiore valorizzazione della figura del padre di Savannah che conquista la scena nel prologo per poi perdersi totalmente nel corso della narrazione in favore di altri personaggi di cui avreste fatto certamente a meno, in quanto ininfluenti ai fini della narrazione. In ultimo vorrei soffermarmi sul discorso riguardante il possesso delle armi da fuoco, tema delicatissimo che rappresenta il punto di partenza di questa storia ma che ahimè finisce per passare in sordina. Mi riferisco nello specifico all’articolo pubblicato da Savannah sull’argomento che creerà non poco scompiglio alla coppia ma di cui al lettore non viene fatto alcun accenno. A questo punto vi starete chiedendo, consigli o no questa lettura? La mia risposta è sì! A dispetto infatti dei miei dubbi, Semper fidelis si dimostra comunque una buona storia, di quelle che fanno sorridere e riflettere. Una storia che ci insegna quanto ci si può amare anche nelle diversità, consapevoli che per stare bene ed essere felici non bisogna cambiare l’altro ma piuttosto accettarlo pur non condividendo, a volte, il suo modo di pensare. D'altronde vi siete mai chieste come sarebbe il mondo se tutti la pensassero allo stesso modo? Buona lettura!


Daniela








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