venerdì 21 maggio 2021

RECENSIONE "Il quaderno delle parole perdute" di Pip Williams

 


TITOLO: Il quaderno delle parole perdute
TITOLO ORIGINALE: The Dictionary of Lost Words
SERIE: no serie, autoconclusivo
AUTORE: Pip Williams
DATA DI PUBBLICAZIONE: 20 Maggio 2021
EDITORE: Garzanti
GENERE: narrativa contemporanea
FINALE: chiuso




TRAMA

Oxford. Lo Scriptorium nel giardino segreto è il luogo preferito della piccola Esme. Lì, nascosta sotto un immenso tavolo di legno, ruba parole scritte su bianchi fogli. Parole che il padre lessicografo scarta mentre redige il primo dizionario universale. Più Esme cresce, più capisce che le definizioni che non compariranno nel lemmario ufficiale hanno qualcosa in comune: parlano delle donne, del loro modo di essere, delle loro esperienze. Parlano della sorellanza, dell’amore che non è solo possesso, dell’essere compagne in una lotta comune. Escluderle significa non dar loro una voce, guardare il mondo da un unico punto di vista, soffocare possibilità e speranze. Eppure c’è chi fa di tutto per farle scomparire per sempre. Anni dopo, Esme è determinata a fare in modo che questo non accada. Per tutta la vita ha collezionato quelle parole con l’intenzione di proteggerle, perché ha un sogno: scrivere un dizionario delle donne, che restituisca a ciò che è andato perduto il rispetto che merita. Per farlo deve combattere contro chi non la pensa come lei. Ma a darle coraggio ci sono tutte le donne che da secoli non aspettano altro che far parte della storia e non essere dimenticate.
Un debutto che ha sconvolto gli editori internazionali alla Fiera di Francoforte. Venduto in oltre 20 paesi. In Australia è stato un successo senza paragoni con oltre 100.000 copie vendute e, da un anno, è in vetta alle classifiche. Ora si prepara a conquistare il resto del mondo. Un romanzo che, prendendo spunto dalla storia vera della nascita dell’Oxford English Dictionary, scrive un inno all’importanza delle parole e dei libri. Un inno al diritto delle donne di rivestire un ruolo centrale nella cultura e nella società. Una storia che unisce al fascino intramontabile dell’ambientazione accademica di Oxford e Cambridge un messaggio di potente attualità.

RECENSIONE

Il quaderno delle parole perdute è un libro che ci fa immergere nel mondo delle parole e della nascita del dizionario di Oxford. Vi siete mai questi quanto siano importanti le parole che usiamo e dell’importanza del lungo lavoro che in passato hanno fatto i lessicografi per dar vita ai dizionari? Questo libro ci porta a riflettere sul significato delle parole che usiamo ogni giorno e in ogni momento della nostra vita e su quelle che sono state scartate. Protagonista della storia è Esme che fin da quando era bambina, accovacciata sotto allo Scriptorium del padre, raccoglie i figli che contengono quelle parole scartate. Esme è appassionata, perspicace, ama le parole e decide di iniziare a salvarle per non lasciare che vadano perdute perché non trascritte e impresse su pagina dal padre. Seguiamo la protagonista nella sua crescita, la vediamo acquisire intelligenza e determinazione, in un tempo in cui sono solo gli uomini ad occupare il ruolo di lessicografi. Pensate che l’assenza delle donne abbia influito nella scelta delle parole da inserire? Assolutamente sì, e leggendo la storia vi accorgerete di questo. Nel corso della sua vita Esme incontrerà diverse figure femminili che influiranno nelle sue scelte e che la aiuteranno ad emergere, oltre che a cambiare la figura della donna in una società maschilista: Elsie, che collabora alla creazione del dizionario, Lizzie, la cameriera che la aiuta a custodire le parole perdute, Edith Thompson, realmente esistita, Tilda che le parlerà dei diritti delle donne. È evidente l’accuratezza della ricerca storica che ha fatto l’autrice per scrivere questo libro affascinate che prende spunto dalla storia vera della nascita dell’Oxford English Dictionary. Ogni scena è perfettamente descritta, ogni personaggio ha il suo ruolo, l’ambientazione e l’atmosfera sono vivide e studiate nei minimi dettagli. Il quaderno delle parole perdute è un libro intenso, appassionante e coinvolgente che ci catapulta in un’epoca lontana per mostrarci l’importanza delle parole, dei libri e soprattutto del ruolo della donna.





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