martedì 7 giugno 2022

RECENSIONE "La regola del bonsai" di Carlo D'Amicis

 




TITOLO:
 La regola del bonsai
SERIE: no serie, autoconclusivo
AUTORE: Carlo D'Amicis
DATA DI PUBBLICAZIONE: 17 Maggio 2022
EDITORE: Mondadori
GENERE: narrativa contemporanea
AMBIENTAZIONE: Germania - Italia
FINALE: chiuso





TRAMA

A sette anni, mentre assiste con il padre Rudolf allo sbarco del primo uomo sulla luna, Werner Wolf viene a sapere qualcosa che gli cambierà la vita per sempre: sua madre Klara è il frutto segreto della relazione tra Eva Braun e Adolf Hitler. L'inevitabile conseguenza è che Werner ha avuto in sorte come nonno, anziché un simpatico vecchietto che gli racconti le favole davanti al camino, il più esecrabile criminale della storia: il male assoluto. La sua vita diventa così un'impossibile fuga da se stesso e dalla vergogna di una colpa mai commessa, mentre la madre, bellissima cantante d'opera fallita, vende il proprio sangue a decrepiti filonazisti per una bottiglia di vodka. Cinquant'anni dopo Werner vive - senza passato e soprattutto senza futuro - in una baracca ai margini di Berlino. Trascorre le giornate in solitudine, cammina nei boschi, raccoglie oggetti dalla spazzatura e si barcamena tra l'ostilità del padre Rudolf, anziano e paranoico vivaista appassionato di bonsai, e gli assalti di Danny Grunberg, logorroico agente di spettacolo deciso a trasformarlo in un fenomeno da baraccone, convinto che la memoria sia il vero business del nostro tempo. Da questo vicolo cieco parte un imprevedibile viaggio, reale e soprannaturale al tempo stesso, dalla Germania all'estremo Sud dell'Italia. Un viaggio che, attraverso l'incontro con una ragazzina impertinente e poco incline alle lezioni della storia, catapulterà il nipote di Hitler in una dimensione arcana e sospesa, dove tutto - perfino l'incancellabile macchia di Werner - potrà essere illuminato da una luce diversa. "La regola del bonsai" è un romanzo tragico e al tempo stesso ironico, scandito da un'azione incalzante e innervato di simboli, che ribalta le prospettive abituali intorno alla memoria suggerendo la necessità di un'elaborazione del passato in grado di farci entrare in modo nuovo nel futuro.

RECENSIONE

Carlo D’Amicis torna in libreria con La regola del bonsai, un romanzo tragico e al tempo stesso ironico, con al centro la figura del nipote di Hitler e di Eva Braun. Protagonista della storia è Werner Wolf, un sessantenne solitario che vive in una baracca ai margini di Berlino e si destreggia tra un padre anziano e paranoico appassionato di bonsai e un agente di spettacolo che intende trasformarlo in un personaggio mediatico. Da quando a sette anni ha scoperto di essere il nipote di Adolf Hitler non riesce a darsi pace. Avere lo stesso sangue del criminale più terribile della storia è una macchia indelebile, una colpa che porta sulle spalle e che lo logora dentro. Sul cuore porta un senso di colpa per dei peccati che non ha mai commesso. Per questo non è mai riuscito a creare dei legami solidi, a condurre una vita normale e ha vissuto un’esistenza solitaria, ai margini della società, isolandosi dal mondo e vivendo a stretto contatto con la natura. Malato e ricercato dai media, Werner lascia la Germania per l’Italia dove intraprenderà un viaggio in una “terra dei maghi”, dove grazie alla mediazione di una ragazzina impertinente quanto misteriosa raggiungerà una condizione di sospensione che gli permetterà di vedere le cose sotto una luce diversa. Con uno stile curato e preciso, Carlo D’Amicis ci regala una storia che intreccia tragico e ironia, con colpi di scena e una narrazione movimentata, affrontando alcune delle tematiche più trattate in letteratura: chi siamo davvero quando cadono tutte le maschere e gli alibi, come ci trasfigurano gli occhi degli altri. E soprattutto l'incomprensibile enigma delle persone che abbiamo accanto tutta la vita. Una lettura che vi terrà incollati alle pagine e che vi farà provare emozioni contrastanti. Ormai l'autore è una garanzia!





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