DATA DI PUBBLICAZIONE: 28 Marzo 2023
TITOLO: Lo schifo che ha visto Cassandra
AUTORE: Gwen E. Kirby
GENERE: narrativa contemporanea
EDITORE: Mondadori
TRAMA
Una donna cammina per strada e un uomo le dice di sorridere. Quando sorride, rivela una bocca piena di zanne. Con un morso stacca la mano dell'uomo, trita le ossa e le sputa; per sbaglio manda giù la sua fede nuziale, che le resta sullo stomaco. In questa esplosiva raccolta di storie selvagge troverete di tutto, davvero di tutto. C'è Cassandra che ha visto il futuro, ma che non si sogna nemmeno di dire ai Troiani tutto quello che sa. Ci sono vergini che sfuggono al sacrificio, streghe che rifiutano di essere bruciate, puttane che non si vergognano. Ci sono donne che diventano guerriere-scarafaggio radioattive e reagiscono in modo sconvolgente ai molestatori che incontrano per strada. Gwen Kirby usa le tecniche letterarie più spericolate – una recensione di Yelp, un articolo di WikiHow – per dar vita alla ribellione estrema e liberatoria delle sue protagoniste agguerrite e irriverenti e ci regala una raccolta sorprendente di racconti (avanti e indietro nei diversi periodi storici) che narrano dei trionfi e delle sconfitte di donne arrabbiate (a volte proprio incazzatissime), rumorose, arrapate, sole ed energiche, che rifiutano il ruolo di personaggi secondari e scelgono di essere protagoniste. Lo schifo che ha visto Cassandra è un cocktail esplosivo di Margaret Atwood e Buffy , una originalissima meditazione sulle paure, le gioie e i dolori dell'essere donna attraverso i secoli. Ogni storia è legata insieme a tutte le altre dalla scrittura incredibilmente sicura di Kirby, e dalla sua fascinazione per le donne forti e vulnerabili, donne che sono venute prima di lei e le dicono: "Siamo sempre state così. Bisognava solo sapere dove guardare".
BLOG TOUR: Chi è Budicca
Budicca è una delle protagoniste dei racconti di Gwen E. Kirby.
La conoscete? Ne avete mai sentito parlare?
Vediamo insieme chi è.
Boudicca o Boudica, Boudicca, nacque in una famiglia nobile nel territorio controllato dalla tribù degli Iceni, situato nell’odierna Norfolk, poco a nord di Londra, e apprese cultura e tradizioni celtiche da una seconda famiglia adottiva presso la quale visse sino all’età di 17 anni. Poco dopo l’adolescenza sposò il Re della tribù Prasutago, con cui ebbe due figlie. Quest’ultimo fu forse messo sul trono degli Iceni dai Romani stessi, in qualità di Re-Cliente di Roma, dopo una prima ribellione della tribù del 47.
Secondo la tradizione dei territori occupati Romani, Prasutago avrebbe dovuto nominare erede dei suoi possedimenti l’Imperatore Romano stesso, in quell’anno Nerone, completando la pacifica transizione della tribù sotto il dominio di Roma. Prasutago però non volle lasciare il dominio a Nerone, e decise di nominare erede sia Nerone sia Budicca e le due figlie.
I Romani naturalmente non accettarono la condizione di doppia eredità e si impossessarono del territorio degli Iceni, costringendo alla pubblica umiliazione Budicca, che venne denudata e frustata sulla pubblica piazza, e violentando le due figlie della coppia.
I romani fecero il fatale errore di non uccidere Budicca, che scatenò tutta la sua rabbia contro i legionari impegnati nella Britannia. La Regina chiamò a raccolta il suo popolo, istigando la rivolta. Mentre i Romani erano impegnati a combattere i Druidi nella parte ovest dell’Inghilterra e nel Galles del Nord, Budicca riuscì a chiamare a raccolta gli Iceni, i Trinovanti, i Cornovii, i Durotrigi e altre tribù, tutte animate dall’odio verso i conquistatori.
Budicca fu scelta come guida per respingere il nemico nell’Europa continentale e liberare l’Inghilterra dal giogo romano, che imponeva pesanti tasse, la soppressione delle pratiche religiose celtiche e il controllo di molti aspetti della vita delle antiche tribù dell’isola.
La regina organizzò una rivolta che portò alla distruzione delle antiche città romane di Camulodunum, Londinium, e Verulamium e alla morte di oltre ottantamila cittadini della Britannia romana. Budicca venne poi sconfitta nella battaglia di Watling Street dal governatore Gaio Paolino Svetonio (che fu legato di legione nel I secolo d.C.) principalmente perché questi scelto con attenzione il terreno di battaglia, fece si che l'esercito della condottiera, intrappolato dai suoi stessi carri, dal bestiame e le famiglie al seguito, si tagliasse da solo le vie di fuga. Si dice che Budicca, dopo essere stata sconfitta, si tolse la vita usando il veleno.
Tacito, senatore e storico contemporaneo degli avvenimenti (56-117 d.C.), descrive Budicca come aggressiva nell’esortare i soldati all’attacco dal suo carro, Regina destituita e ribelle al dominio di Roma. Budicca si presentava non come una nobile in cerca delle sue ricchezze perdute, ma come una donna che cercava vendetta per l’umiliazione subita da lei e dalle figlie dall’invasore romano, sospinta dal volere degli Dei.
Cassio Dione Cocceiano la descrive come "una donna molto alta e dall'aspetto terrificante. Aveva gli occhi feroci e la voce aspra. Le chiome fulve le ricadevano in gran massa sui fianchi. Quanto all'abbigliamento, indossava invariabilmente una collana d'oro e una tunica variopinta. Il tutto era ricoperto da uno spesso mantello fermato da una spilla. Mentre parlava, teneva stretta una lancia che contribuiva a suscitare terrore in chiunque la guardasse."
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