sabato 7 maggio 2016

RECENSIONE "E se fosse destino" di Barbara Graneris




TRAMA
Greta fa la commessa nel negozio della sua migliore amica ed ha un’irrefrenabile passione per i dolci. Seria e responsabile, ha deciso di mettere da parte se stessa per occuparsi della sua famiglia. Davide è una giovane promessa del calcio. Forte e determinato, sa che il pallone è il suo grande amore e che è ad un solo passo dal realizzare il sogno della sua vita. Ma cosa succede quando il destino decide di farli scontrare? Greta dovrà combattere prima di tutto contro se stessa per riuscire a lasciarsi andare tra le braccia del bel calciatore. E quando finalmente capiscono di non poter fare a meno l’uno dell’altra, la vita è pronta a metterli in difficoltà. Sogni e amore non sempre possono coesistere. Riusciranno a superare gli ostacoli o saranno costretti a dirsi addio? Perché quando è il destino a decidere per te, non ti lascia scelta. Devi assecondarlo.
RECENSIONE
Greta è una ragazza su cui gravano grandi responsabilità, come aiutare il padre dopo la morte della madre andando a lavorare nel negozio della sua migliore amica e prendersi cura del suo adorabile fratellino Leo. E’ una ragazza ambiziosa, con una passione irrefrenabile per i dolci e il calcio ed è proprio ad una partita di calcio che si scontra con un ragazzo dolce, peccato che sia lei quella acida.
«Dimmi il tuo nome» mi dice fissandomi. «Come scusa?» «Il tuo nome. Voglio sapere come ti chiami.» «Perché dovrei dirtelo?» «Perché mi incuriosisci» ribatte serio. Lo guardo incredula, e per un attimo sono convinta di essermi scontrata con un pazzo scappato da qualche clinica. «No.» «No?» mi domanda con gli occhi sgranati.
I due si rincontreranno quando, una mattina, si scontrano in un parco e da qui, Greta e Davide, il ragazzo sbadato che non vede dove va, iniziano a diventare amici. La nostra protagonista è fidanzata con il peggiore dei fidanzati e questo a Davide non fa piacere, perchè inizia a provare qualcosa per lei e non sa come fare, visto che è una grande promessa del calcio e non può rischiare di rovinare tutto. Tra i due si legge una complicità unica ma purtroppo ci sono anche tanti dubbi. Il futuro di Greta sono i dolci, quello di Davide è il calcio e ognuno non vuole rinunciare a ciò che ama.
Le sorrido, poi poggio la testa sul suo petto. Ascolto i battiti regolari del suo cuore, in perfetta sincronia con il mio. Come se fossero uno unico. «Ti amo, Davide.» Sollevo la testa e Greta posa le sue labbra sulle mie e mi bacia con passione.
Il libro è un susseguirsi di vicende e colpi di scena e non voglio spoilerare nulla ma sappiate che non annoia e il finale l’ho trovato stupendo. Ve lo consiglio vivamente sia per la trama, in questo libro incontriamo un personaggio maschile diverso dai soliti belli e dannati, sia per il modo di scrivere di Barbara, assolutamente scorrevole e minuzioso nei dettagli.
«Se fossi venuta da te a Liverpool questo fine settimana, ti avrei detto esattamente questo.» «Greta…» Mi mordo l’interno della guancia per non scoppiare a piangere. «La foto parla chiaro» affermo. Poi faccio una cosa che so che distruggerà entrambi e scriverà la parola fine: mi sfilo l’anello di fidanzamento. Prendo la sua mano, la giro verso l’alto e glielo poso sul palmo. Davide segue ogni mio gesto con gli occhi e una smorfia di dolore sul volto. «Non ci credo…» sussurra quando vede che sto facendo sul serio. 
VOTO: 4/5

INTERVISTA A BARBARA:
1. Com’è nata l’idea del Romanzo?
Questo romanzo è nato dall’unione di due mie passioni personali: il calcio e i dolci. Fin da bambina sono una grande tifosa di calcio. È stato mio nonno a trasmettermi questa passione, che è cresciuta sempre più negli anni. E per quanto riguarda i dolci, mi è sempre piaciuto impastare e creare qualcosa di buono, quasi tutti i dolci che Greta crea nel romanzo li ho fatti nella realtà! Così un giorno mi son detta, perché non scrivere una storia dove i protagonisti hanno queste passioni? E da lì è cominciato tutto.
2. Perché hai creato Davide più ‘dolce’? Volevi uscire dal solito cliché o c’è una motivazione?
Probabilmente più per gusto personale che per altro. Io credo che quando qualcuno si innamora, innamora davvero, scopre un lato di sé che non sapeva di avere. Quello protettivo, melenso, che ti porta a voler combattere per l’altra persona. Greta aveva bisogno di una figura così al suo fianco, così come Davide doveva scoprire cosa fosse l’amore.

3. Qual é stata la parte più difficile da scrivere?
Le parti più difficili da scrivere sono state quelle ‘calcistiche’ di Davide. È vero che il calcio lo seguo da sempre e fa parte del mio lavoro, ma io ho sempre vissuto la parte da tifosa, mai quella da calciatrice. È stato complicato immaginare cosa potesse sentire Davide durante una partita, l’emozione del gol e dell’esordio in Serie A. Così come è stato complicato immaginare come fossero gli ambienti dove si svolgono gli allenamenti o le sedi delle squadre.

4. Hai trovato il tuo Davide?
Non credo esista un Davide nella realtà purtroppo. E se esiste, non siamo ancora riusciti a “scontrarci”!

5. Chi sono i tuoi più grandi sostenitori?
I miei genitori e i miei amici più stretti. Mi dicono sempre di continuare a credere in ciò che scrivo e di non mollare, perché è giusto lottare per poter realizzare il proprio sogno anche se la strada per farlo è difficile.

6. A quando il prossimo romanzo?
E chi lo sa? Sto lavorando a qualcosina, ma è ancora tutto molto abbozzato. In questo periodo ho poco tempo per dedicarmi alla scrittura, ma penso che in estate cercherò di iniziare la storia di Bea. Ho una trama in mente e non vedo l’ora di metterla su carta!

7. Per chi volesse pubblicare come te un romanzo, cosa consiglieresti?
Consiglierei di armarsi di coraggio e di non cedere alle prime difficoltà. È difficile emergere e farsi notare, ma anche se questo è scoraggiante, non significa che non si hanno le carte per farcela. Bisogna avere tanta pazienza e credere in se stessi e nelle proprie capacità, e le piccole soddisfazioni arriveranno senza preavviso.


Sabrina

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