venerdì 15 febbraio 2019

RECENSIONE "Phi" di Akilah Azra Cohen




TITOLO: Phi
TITOLO ORIGINALE: Phi 
SERIE: #1 Phi - Chi - Pi
AUTORE: Akilah Azra Cohen
DATA D’USCITA: 22 Gennaio 2019
EDITORE: Mondadori
GENERE: thriller
NARRAZIONE: pov vari in terza persona
AMBIENTAZIONE: Turchia
FINALE: no cliffhanger
PROTAGONISTI: Can Manay, psicologo; Duru, ballerina.




TRAMA

Can Manay è uno psicologo con molte ombre nel passato. Grazie alla sua filosofia di vita e ai suoi insegnamenti, ha ormai la popolarità di un guru ed è una potente e capricciosa star mediatica.
Un giorno, mentre visita una proprietà da acquistare in un quartiere defilato della città, scorge tra le foglie una ragazza, una ballerina, che con una grazia e un'armonia uniche si esercita nel giardino di casa.
Per Can è una vera e propria rivelazione: davanti a sé c'è l'incarnazione della perfezione estetica, di ogni ideale di bellezza, il PHI.
L'uomo non può far altro che ricorrere a tutti i suoi mezzi e la sua ricchezza per conquistarla... Ma c'è qualcosa di più spietato dell'amore per una sola persona?
Inizia così la travolgente storia di Can e Duru, del suo fidanzato Deniz e di Özge, una giornalista che scoprirà scottanti segreti sul conto di Can.
Quattro personaggi intramontabili perché ci somigliano da vicino, ciascuno con i suoi traguardi da raggiungere e le sue ossessioni.
Una storia di passione, speranza, tradimento, come la vita vera, che condurrà il lettore a muovere i primi passi verso un percorso di consapevolezza. Come i personaggi di PHI, infatti, «ciascuno, nella vita, ha una cosa che gli riesce molto bene. Una soltanto. Ce la portiamo dentro sin dalla nascita» e il nostro compito è riconoscerla; in una parola, scoprire chi siamo davvero.


RECENSIONE

Ho sempre adorato i thriller psicologici che scavano nella mente umana, che ci spingono a porci delle domande così semplici da rivolgere ma così difficili da rispondere. Solo i più appassionati come me posso riuscire ad amare questo genere particolare e a non limitarsi solo a leggere ma anche ad osservare ogni dettaglio, a sentire e a vivere ogni particolare. Sappiamo che molte persone mettono in discussione la vita, l’esistenza, la storia e il futuro. E Can Manay è uno di questi. Conosciamo sin da subito Can, uno psicologo che anela alla perfezione, la bellezza matematica, che insegue l’equilibrio, le forme e l’armonia di esse. È un concetto davvero difficile da capire ma sono affascinata da persone come Can che dimostrano di avere un’intelligenza quasi sovraumana. Can rappresenta la complessità dell’animo umano, è intrigante vedere la sua ricerca della perfezione, il suo porsi costantemente delle domande a cui vuole assolutamente dare una risposta. L’autrice Azra Cohen ha creato un personaggio complesso che esplora la perfezione tra la coscienza e il subconscio, la ricerca di se stessi, l’esistenza. In questo romanzo dimenticate di essere voi stessi perché vi chiederete cose che non vi siete mai chiesti e la curiosità di rispondere a tutte le domande diventerà il vostro unico obiettivo. Vediamo come la vita di Can si incrocia con quella di Duru, una bellissima ballerina che lui vede per caso e di cui rimane subito attratto perché per lui rappresenta la perfezione e ciò che è perfezione deve necessariamente essere suo. Alle loro vite si intrecciano anche quelle di altri dodici personaggi, ognuno dei quali esplora le fragilità, le ossessioni, le paure, i segreti e i desideri più nascosti dell’anima. Tutti loro sono affascinanti perché possiamo immedesimarci in loro, scoprire a chi assomigliamo di più, chi ci rappresenta meglio. Questo romanzo non è solo psicologico ma è anche un romanzo corale, narrato da tutti i personaggi, che esamina l’arte in ogni forma, la musica, la danza, la sessualità, l’armonia di tutto ciò che ci circonda. L’autrice con il suo stile fluido e quasi magnetico ci catapulta in una storia intrigante in ogni sua forma, ci calamita ad ogni pagina nonostante l’iniziale lentezza della storia che poi prende ritmo. Quali sono i limiti dell’uomo? Attraverso questo romanzo scopriamo che un essere umano può acquisire conoscenza, confrontarsi con se stesso ed esplorare l’individualità. I personaggi sono meticolosamente realizzati e i messaggi che trasmettono devono essere letti tra le righe. L’autore quindi ha scelto di trasmettere ogni messaggio attraverso i personaggi che ha creato: la bellezza di Duru, la passione di Manay, l’intelligenza e la semplicità di Sage, la perseveranza di Libby. Il risultato del Phi è di aprire nuove porte alla nostra vita, di farci riflettere su una serie di problemi che avvengono oggigiorno e di rendere significative le nostre vite.

Raffaella





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