venerdì 7 giugno 2019

RECENSIONE "La gabbia" di Francesca Gerla




TITOLO: La gabbia
SERIE: no serie, autoconclusivo
AUTORE: Francesca Gerla
DATA D’USCITA: 18 Aprile 2019
EDITORE: Emersioni Editore
GENERE: thriller
NARRAZIONE: pov maschile in prima persona; pov femminile in terza persona
AMBIENTAZIONE: Napoli
FINALE: no cliffhanger
PROTAGONISTIEnea, uomo che spia le vite degli altri; Ilaria, universitaria che nasconde dei segreti.





TRAMA


Enea, garagista recluso in un seminterrato, ha l’abitudine di introdursi di nascosto nelle case dei condomini. Armando, inquilino del quinto piano, lo accusa ingiustamente di furto, svelando di pedinarlo da tempo. Prendono le sue parti Sara, ragazza-immagine dalla promiscua vita sessuale, ed Emma, corpulenta donna di mezza età, dal cui appartamento Enea trafuga reggiseni e slip. Un giorno Emma lo scopre, ma anziché allontanarlo o denunciarlo decide di sedurlo. Nel palazzo tutto cambierà all’arrivo di Ilaria, universitaria dal fisico mozzafiato che nasconde più di un segreto. In un crescendo di colpi di scena, tra violazioni di domicilio, sparizioni, inseguimenti, esalazioni velenose, sesso a pagamento e violenze domestiche, le verità anche agghiaccianti dei protagonisti verranno a galla, dimostrando che, in questa discesa agli inferi, tutto è possibile. Persino ricucire i legami nel sangue.


RECENSIONE


Ho sempre adorato i thriller psicologici che scavano nella mente umana, che ci spingono a porci delle domande così semplici da rivolgere ma così difficili da rispondere. Solo i più appassionati come me posso riuscire ad amare questo genere particolare e a non limitarsi solo a leggere ma anche ad osservare ogni dettaglio, a sentire e a vivere ogni particolare. Ho sempre amato leggere storie complesse che portano il lettore a scavare nella mente, a porsi domande, a riflettere fino in fondo per scoprire cosa si cela dietro i personaggi e ciò che l'autore vuole trasmettere. Sin dalla prima pagina l’autrice ci catapulta nella sua storia, portandoci a riflettere, a provare una serie di sensazioni strane e al tempo stesso intense e mai provate prima. Perché quando un autore ha talento lo si nota dalla passione con la quale scrive un romanzo, dall'accuratezza che presta ad ogni dettaglio e dalla caratterizzazione perfetta dei suoi personaggi. Conosciamo Enea, un uomo che non ha rispetto verso se stesso, che preferisce spiare la vita degli altri e cercare affetto in relazioni che diventano patologiche e squilibrate. Dall'altra parte abbiamo Ilaria, una universitaria affascinante che vuole liberarsi da un passato inquieto e che incappa in relazioni sbagliate distruggendo pezzo dopo pezzo se stessa. Entrambi i personaggi sono accomunati dalla gabbia fisica e mentale in cui vivono e annegano giorno dopo giorno, da un passato in cui è mancato loro affetto e amore e da un presente inquieto e doloroso che non li fa vivere serenamente con se stessi, gli altri e il mondo. Tra le pagine affiora un senso di inquietudine che la penna della Gerla trasmette ai due personaggi e che questi ultimi trasmettono di conseguenza a noi, facendoci percepire ogni loro sensazione, ogni dolore, ogni loro emozione. Le emozioni sono il cuore pulsante di questa storia, sono loro le vere protagoniste della storia. Sullo sfondo di una Napoli colorata e piena di vita si crea un contrasto sempre più forte con i colori cupi delle vite di Ilaria ed Enea. L’autrice con il suo stile fluido e quasi magnetico ci catapulta in una storia intrigante in ogni sua forma, ci calamita ad ogni pagina, senza lasciarci più andare, neanche alla fine quando dopo aver chiuso l’ultima pagina sentiamo ancora il richiamo dei personaggi che ci invitano a leggere ancora di loro. La mente dell’autrice è astuta, geniale e perfetta nel dar vita a personaggi originali che hanno un forte impatto emotivo sul lettore, a caratterizzarli perfettamente, in particolar modo a livello psicologico. Se all'inizio rimaniamo un po’ perplessi di fronte alla vicenda, pian piano riusciamo a capire ogni cosa. Ma credo sia difficile capire il libro di Francesca Gerla fino in fondo, forse nessuno riesce a capirlo per davvero, perché è proprio questa la capacità di un autore: riuscire a catturare il lettore, imprigionarlo nella sua tela e portarlo a interrogarsi sull'esistenza e a porsi domande che se esternamente sembrano banali, internamente non lo sono affatto. Complimenti all'autrice per aver scritto questo bel romanzo e alla casa editrice per aver scelto di pubblicarlo.

Raffaella


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