mercoledì 13 novembre 2019

RECENSIONE "Il caso Léon Sadorski" di Romain Slocombe





TITOLO: Il caso Léon Sadorski
TITOLO ORIGINALE: L'affaire Léon Sadorski
SERIE: #1 Léon Sadorski
AUTORE: Romain Slocombe
DATA D’USCITA: 14 Novembre 2019
EDITORE: Fazi Editore
GENERE: thriller storico
AMBIENTAZIONE: Parigi
FINALE: no cliffhanger
PROTAGONISTI: Léon, ispettore di polizia antisemita e anticomunista.






TRAMA

Parigi, aprile 1942. La capitale francese è in piena Occupazione tedesca. La paura dei bombardamenti inglesi, i traffici illeciti, gli arresti arbitrari, la caccia serrata al terrorista e all’ebreo di turno sono all’ordine del giorno e la popolazione deve decidere se stare o meno dalla parte dei nazisti. Per Léon Sadorski, ispettore di polizia antisemita e anticomunista, la scelta è scontata: il collaborazionismo rappresenta l’occasione perfetta per ottenere privilegi e autorità. Personaggio dall’indole egoista e meschina, per lui l’Occupazione sarà anche l’alibi ideale per lasciare libero corso a tutte le sue bassezze e perversioni: si getterà quindi a capofitto nel suo lavoro di poliziotto, arrestando gli ebrei per spedirli al campo di lavoro più vicino, dando una mano alle Brigate speciali incaricate di intervenire contro i presunti terroristi e approfittandosi di chiunque. Ma, come tutti gli approfittatori, Sadorski è avido e codardo; e quando verrà arrestato inspiegabilmente dalla Gestapo e portato in una prigione di Berlino, dovrà giocare d’astuzia e affinare le sue armi per poter continuare indisturbato a fare i propri interessi nella Parigi collaborazionista.

Romain Slocombe firma un thriller atipico, pervaso dell’atmosfera classica del noir francese e al tempo stesso minuziosamente documentato sul piano della ricostruzione storica. Léon Sadorski, protagonista antieroe di una nuova serie di polizieschi, trascina il lettore in una Parigi oscura e corrotta.

RECENSIONE

Ho sempre letto e osservato la seconda guerra mondiale attraverso gli occhi di personaggi che hanno subìto sulla propria pelle la crudeltà di una guerra ingiusta e attraverso le loro emozioni che sono entrate nel mio petto come una tempesta violenta ho potuto capire la sofferenza, lo strazio delle torture che hanno subìto, la libertà negata, la dignità strappata con forza e la loro forza di sopravvivenza che si dimostra essere più forte di qualsiasi altra emozione. In questo romanzo invece ci spostiamo dall'altra parte della medaglia e vediamo la crudeltà attraverso gli occhi dei carnefici che hanno perpetuato e portato avanti queste atrocità e disumanità sul prossimo e sui loro stessi connazionali. La storia segue un ispettore di polizia francese filo-nazista di nome Léon Sadorski mentre indaga su un caso misterioso nella Francia occupata. Léon è uno di quei personaggi che ci mostrano il lato oscuro della nostra storia, è il vigliacco codardo che esprime il suo odio per ebrei, omosessuali e comunisti. Sadorski è l’antieroe per eccellenza, sono certa di non aver mai letto di un personaggio così sadico e malvagio. Sadorski è colui che incarna l’odio, che gode nell'odiare, nell'infondere terrore e crudeltà gratuita e nell'arricchirsi sulla schiena di innocenti, colui che fa sogni perversi e che compie pratiche sessuali non convenzionale. Non ho mai odiato un personaggio quanto ho odiato lui, non ho mai sentito il bisogno assoluto di entrare nella storia e di sconfiggerlo. Il romanzo documenta in modo molto preciso quegli anni e offre un quadro agghiacciante del collaborazionismo, e più precisamente della vita parigina, in un’atmosfera malsana, deleteria e criminale. La credibilità del romanzo si basa soprattutto sui dettagli, sulle descrizioni e sulla psicologia dei personaggi storici evocativi. Fornisce resoconti molto interessanti e terribili dei rastrellamenti di possibili comunisti e stranieri da parte della polizia. La prima metà della storia è un resoconto geniale del rapimento improvviso e inspiegabile di Sadorski da parte dei nazisti in un centro di detenzione di Berlino. Questa prima metà del romanzo è scritta molto bene e l’autore riesce a calamitarci alle pagine grazie ad un alto livello di suspense che ruota intorno agli avvenimenti misteriosi nella sede della Gestapo. La seconda metà invece è un po’ convenzionale e manca la scintilla che invece è presente nella prima metà. È scioccante leggere di ispettori come Sadorski che hanno potuto compiere orribili atti di tortura e che hanno dimostrato di essere orgogliosi di poter inviare masse di persone alla morte, nei campi di concentramento. L’autore mostra un lato importante di Sadorski ovvero il suo essere patriota e fedele a chi incarna i suoi ideali. La verità agghiacciante che riecheggia in questo romanzo è che la guerra porta le persone a compiere gesti ed azioni orribili, persone come i poliziotti che dovrebbe proteggere le persone invece di spedirle verso la morte. Questo romanzo ci mostra il lato oscuro dell’essere umano, il suo essere abietto e perverso, deplorevole e spietato e non è certo l’indagine che Sadorski conduce a renderlo più onorevole. L’autore ci offre anche una panoramica dello spionaggio, della corruzione, delle donne che hanno venduto i loro corpi e dell’influenza dei tedeschi nella politica francese. Il caso Léon Sadorski è un intreccio di romanzo poliziesco e testimonianza storica che vi disgusterà e vi farà sentire un brivido freddo sulla schiena, ma allo stesso tempo vi terrà incollati alle sue pagine. Il tono del romanzo è freddo, crudo e intransigente, è una lama tagliente e silenziosa che vi farà provare freddo e dolore; l’autore non ci risparmia nulla di questa Parigi occupata dai tedeschi e dei tempi bui che ha vissuto. Non aspettatevi un romanzo leggero ma uno crudo e intenso, quasi opprimente, che vi toglierà letteralmente il respiro per la sua atmosfera macabra e per la scoperta di una realtà realmente esistita che offre una visione del rovescio della medaglia. Consiglio il romanzo a chi è consapevole di leggere una storia forte e terribile. 


Raffaella




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