lunedì 4 novembre 2019

RECENSIONE "La libertà possibile" di Margaret Wilkerson Sexton





TITOLO: La libertà possibile
TITOLO ORIGINALE: A Kind of Freedom
SERIE: no serie, autoconclusivo
AUTORE: Margaret Wilkerson Sexton
DATA D’USCITA: 10 Ottobre 2019
EDITORE: Fazi Editore
GENERE: narrativa contemporanea
AMBIENTAZIONE: America
FINALE: no cliffhanger
PROTAGONISTI: Evelyn, ragazza che insegue le sue decisioni; Jackie, figlia di Evelyn; T.C., figlio di Jackie.






TRAMA

1944, New Orleans. Evelyn proviene da una delle più rispettate famiglie della città e quando si innamora di Renard, un ragazzo qualsiasi, senza soldi e dal futuro incerto, in casa scoppiano le tensioni. Le riserve della famiglia di lei e la decisione di lui di partire per la guerra come volontario metteranno alla prova la relazione tra i due.

Negli anni Ottanta, la figlia di Evelyn, Jackie, è una madre single: il marito Terry è andato via di casa nel tentativo di combattere la sua tossicodipendenza, lasciando soli lei e il figlio T.C. L’inaspettato ritorno dell’uomo sconvolge la ritrovata normalità di Jackie, la quale è lacerata dall’idea di dargli un’altra opportunità.

Nel 2010, in una New Orleans che porta ancora i segni dell’uragano Katrina, il venticinquenne T.C. è appena uscito di prigione quando il suo amico Tiger gli propone un “grande affare”. L’arrivo di un figlio sconvolgerà i piani del ragazzo, ma non il giro di eventi che ormai si è innescato.

Tre generazioni, tre destini e tre epoche a confronto: La libertà possibile racconta la faticosa conquista della libertà da parte dei membri di una famiglia di colore, oltre i pregiudizi sociali e le aspettative dei familiari, fra sogni infranti e porte che invece si aprono. 
Con una scrittura incisiva e ricca di sfumature, che le è valsa la nomina al National Book Award 2017, Margaret Wilkerson Sexton costruisce un romanzo d’esordio in cui la brillante analisi sociale e la raffinata descrizione dei sentimenti umani sfiorano l’esattezza fotografica.

RECENSIONE

Ho un debole per le storie che parlano di razzismo; infatti, non appena ne vedo una mi ci fiondo a capofitto. La libertà possibile è una saga familiare che copre tre generazioni di New Orleans, dal 1944 al 2011, raccontata da tre narratori diversi che narrano tre diversi periodi della generazione nera. L’autrice caratterizza perfettamente questi tre personaggi, li sviluppa molto bene a trecentosessanta gradi e ce li fa conoscere da vicino, in ogni loro sfumatura caratteriale. Ho iniziato questo libro con grande aspettativa e alla fine ho capito che le ha superate tutte quante. Mi sono lasciata travolgere dalla storia, dagli eventi che avvengono, dai protagonisti e dalle loro storie personali, dalle emozioni che tutta la vicenda mi ha provocato e ho riposto questa storia nel mio cuore, in un angolo prezioso della mia anima. La prima protagonista è Evelyn, una ragazza creola proveniente da una famiglia benestante che ha alte aspettative per lei e per le sue figlie. È il 1944 e l’America è in guerra con la Germania nazista. In questa atmosfera di tensione nasce la storia di Evelyn e Renard, una relazione ostacolata poiché lui non è al suo pari sociale, in un clima ancora di razzismo e di discriminazioni nei confronti della popolazione di colore. La figlia maggiore di Evelyn e Renard, Jackie, è la seconda narratrice che leggiamo nel 1986. Ci catapulta in un tempo dove si sono fatti passi avanti nella musica, nel cinema e nello sport, come anche nella scienza, nella medicina e nel mondo accademico. Ma a quel tempo è la droga che fa le sue vittime, che entra nelle case degli americani sconvolgendo e spezzando vite. Ed è ciò che accade a Jackie che si innamora di un uomo che cerca di combattere la tossicodipendenza. Il terzo narratore è il figlio di Jackie, T.C., che passa più tempo in prigione invece di godersi la gravidanza della moglie. Dopo tanti anni a combattere contro il razzismo l’America dovrebbe essere una società post-razziale con idee e mente aperte, ma in realtà l’uragano Katrina fa la sua strage devastando case e vite, e T.C. dà voce alle comunità di colore per vivono desolate e distrutte da questo evento, che non possono permettersi di fuggire o riscattarsi. Le protagoniste femminili sono donne forti e determinate, quelli maschili invece vedono quello che vogliono ma lo raggiungono nel modo sbagliato. L’autrice dipinge un affresco delicato, commovente e pieno di suspense di una società mondiale che, ancora oggi, a distanza di secoli, ha ancora pregiudizi sulla società di colore. La libertà possibile è una rappresentazione vera della privazione dei diritti di una società che è uguale a quella bianca, identica in tutto per tutto. Non è il colore della pelle che ci rende diversi, ma sono i pregiudizi che distruggono una società e che vedono il diverso in tutto quello che ci circonda. Una storia schietta e potente, - di quelle che sanno essere crude nei momenti difficili e che sanno colpire a fondo nei momenti più belli -, che evidenzia i problemi causati dalla povertà e dalle droghe, che ci mostra i limiti che i personaggi devono affrontare a causa del loro ruolo in una società razzista e ingiusta.

Raffaella




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