venerdì 17 gennaio 2020

RECENSIONE "Tutti i ranocchi di Manhattan" di Carrie Aarons

Buongiorno lettori, Giulia ci parla di Tutti i ranocchi di Manhattan, la commedia romantica di Carrie Aarons uscita la settimana scorsa con Hope Edizioni. New York: la metropoli dello shopping, degli happy hour e di ragazze come Gemma che sognano di vivere la loro favola d’amore tra i grattaceli di Manhattan. Ma il destino non sembra essere d’accordo, sottoponendo la povera sognatrice a ragazzi strani, razzisti e viscidi. È così difficile trovare, tra otto milioni di persone, un ragazzo che abbia i requisiti giusti? 


TITOLO: Tutti i ranocchi di Manhattan
TITOLO ORIGINALE: All the frogs in Manhattan
SERIE: autoconclusivo
AUTORE: Carrie Aarons
DATA D’USCITA: 9 Gennaio 2020
EDITORE: Hope Edizioni
GENERE: commedia romantica
AMBIENTAZIONE: New York
FINALE: no cliffhanger
PROTAGONISTI: Gemma, giornalista di una rivista; Oliver, milionario della tecnologia.





TRAMA

Avete presente Cenerentola? La scarpetta di cristallo, la carrozza fatta di zucche e la fata madrina?

Ecco, non sono io.

I miei tacchi mi distruggono i piedi, viaggio grazie a Uber e leggo l’oroscopo su Twitter, quindi il mio “vissero felici e contenti” non è proprio dietro l’angolo.
Non ho ancora trovato un principe azzurro e, in quel di Manhattan, finisco sempre per uscire con esseri viscidi, squamosi e... insomma, dei ranocchi. E con “ranocchi” intendo proprio tutti quei pessimi stereotipi dai quali i film che tua mamma ti ha fatto guardare e la vita ti hanno messa in guardia:
1. Lo zuccone senza cervello.
2. Il mammone.
3. Il saccente pieno di sé.
4. Il taccagno.
Nella speranza di trovare l’Amore sono persino arrivata a baciare labbra fredde e umide.
E poi, un giorno, un uomo allergico alle relazioni si è offerto di aiutarmi a trovare il mio Romeo.
Ma cosa succede quando un ranocchio, che non avrebbe mai dovuto trasformarsi in un principe, ti bacia a mezzanotte? Ok, è vero, non è successo a mezzanotte, ma in pieno pomeriggio, dopo un brunch, però non tutto può assomigliare a una favola.

RECENSIONE

Carrie Aarons arriva in Italia con una commedia divertente da assaporare lentamente. La protagonista Gemma, a soli venticinque anni, è sfiduciata dall'amore!
Dopo aver presenziato ad appuntamenti che avrebbero fatto scappare anche la donna più disperata del paese, la nostra giovane sognatrice inizia a pensare che forse l’uomo che lei cerca ancora non sia stato creato, ma mentre stava scaricando un’ennesima delusione, la ragazza viene tratta in salvo da un ricciolino dagli occhi di ghiaccio che non la lascia indifferente. Ma ritrovarlo non sarà facile, non sapendo né il suo nome e nessun’altra informazione, a meno che il fato non ci metterà del suo. Tutti i ranocchi di Manhattan è una storia divertente, fuori dalle righe e molto coinvolgente. Gemma è una giovane ragazza di venticinque anni che lavora per Femme, una tra le più importanti riviste newyorkesi. Ama il suo lavoro, nonostante le ore lavorative e nonostante il basso salario che non le permette nemmeno di trasferirsi in una casa diversa da un bilocale; ma è brava in quello che fa e, nonostante la bassa stima che la gente ha del suo lavoro, Gemma continua per la sua strada. Così decisa nel lavoro e così anche nell'amore, non vuole accontentarsi di un uomo che non può darle tutto quello che vuole. E l’incontro/scontro con Oliver capita proprio a pennello, trovando in lui un amico che vuole aiutarla a trovare la tanto agognata dolce metà. Io personalmente non ho mai creduto nell'amicizia tra uomo e donna; un esempio? Il mio migliore amico è ora mio marito.
Ma Gemma ed Oliver sembrano crederci, anche se il loro rapporto, per iniziale necessità, si trasforma in un rapporto fisico, che però, secondo accordi, dovrà rimanere tale. Il romanzo ha uno stile fluido, lineare e scorrevole. Sono presenti molte scene di sesso descritte molto esplicitamente attraverso un linguaggio colorito, ma non sono fastidiose né eccessive. La figura di Gemma non rappresenta le venticinquenni di oggi: è molto matura e se l’autrice non avesse specificato più volte l’età, le avrei dato qualche anno in più. La sua maturità la porta a fare scelte che non tutte le donne avrebbero fatto; spesso la convenienza di alcune situazioni fa passare in secondo piano le priorità che uno si dà, mentre lei rappresenta quelle donne che non rinunciano ad un sogno per un bell'aspetto o per dei soldi, ma vanno avanti nella loro battaglia finché non ottengono quello che vogliono, mettendo da parte la testa e scegliendo solo ed unicamente con il cuore.


Giulia







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