TITOLO: La vita a un passo da noi
TITOLO ORIGINALE: Der Apfelbaum
SERIE: autoconclusivo
AUTORE: Christian Berkel
DATA D’USCITA: 25 Febbraio 2020
EDITORE: Mondadori
GENERE: narrativa contemporanea
AMBIENTAZIONE: Europa, seconda guerra mondiale
FINALE: no cliffhanger
PROTAGONISTI: Sala, ragazza per metà ebrea; Otto, innamorato di Sara.
TRAMA
Berlino 1932: Sala e Otto hanno tredici e diciassette anni quando si incontrano e si innamorano. Sono diversissimi e provengono da mondi molto lontani tra di loro, Otto dalla classe operaia, Sala da una famiglia di intellettuali ed è ebrea per parte di madre. Sei anni dopo, nel 1938, Sala è costretta a lasciare la Germania a causa delle persecuzioni razziali e si rifugia a Parigi presso una zia, fino a quando, due anni dopo, i tedeschi non invadono la Francia. Otto, che nel frattempo si è laureato in medicina, va in guerra come medico della Wehrmacht. Sala, tradita mentre sta tentando di fuggire da Parigi, è portata a Gurs, un campo di internamento nei Pirenei, dove si muore rapidamente di fame e di malattia. Chi sopravvive fino al 1943 viene deportato ad Auschwitz. Ma lei è fortunata, riesce a fuggire e a nascondersi. Poco prima della fine della guerra, Otto viene fatto prigioniero in Russia, riuscendo a rientrare in patria solo nel 1950. Anche per Sala è nel frattempo iniziata un'odissea che la porta fino a Buenos Aires, dove cerca di costruirsi una nuova vita. Quando decide di tornare a Berlino, lei e Otto non si vedono da ormai dieci anni, ma Sala sa di non averlo mai dimenticato. Christian Berkel racconta il romanzo della sua famiglia e una grande storia d'amore, conducendo il lettore attraverso un intero secolo da Ascona a Berlino, da Parigi a Gurs, da Madrid a Buenos Aires, e raccontando le vicende terribili e avventurose di due innamorati che non potrebbero essere più diversi, ma che rimangono legati per tutta la vita.
RECENSIONE
La vita a un passo da noi è un romanzo familiare molto tragico che attraverso silenzi e parole mute scava nelle radici, in un passato doloroso che mostra ciò che la persecuzione e la guerra possono provocare sulle persone e sulle loro relazioni. È al tempo stesso un romanzo autobiografico che conoscere la storia dei suoi genitori, in un contesto storico difficile di alti e bassi, perché i ricordi di sua madre, affetta da demenza senile, sono col tempo sempre meno affidabili e più sfumati. Attraverso testimonianze, corrispondenza, viaggi e ricerche ripercorriamo le vite di Sala e Otto, i genitori di Christian, in un’atmosfera inumana e crudele della Germania nazista. Sala proviene da una famiglia intellettuale per metà ebrea; Otto invece, è figlio di un operaio e proviene da un ambiente povero, ma nonostante ciò studia per raggiungere la laurea in Medicina. Le origini ebree di Sala la costringono a fuggire prima in Spagna, poi in Francia in un campo di concentramento e infine ritorna in Germania. Nel frattempo Otto diventa medico militare fin quando non viene segnato dalla prigionia in Russia. È difficile, se non impossibile, per entrambi ritrovare la strada e ricongiungersi dopo tutto quello che hanno vissuto. L’autore riesce con la sua narrazione un po’ confusa fatta di inesattezze ed equivoci, - atta ad evidenziare le lacune della mente della madre -, ma intensa e toccante a donarci una storia reale che offre molti spunti di riflessione, non solo da una prospettiva storica ma anche da una attuale. Il ritmo è abbastanza lento, un po’ pedante e solo alla fine acquista velocità, i cambiamenti di prospettiva sono l’interruzione che permettono al lettore di fermarsi, mettere paura per riflettere e accettare ciò che viene scritto. La narrazione è divisa tra passato e presente per far capire in toto la storia. La vita a un passo da noi è uno spaccato familiare incentrato su uno dei periodi più bui della nostra storia che ci riporta alle origini e alle nostre radici.
Raffaella
Raffaella
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