martedì 28 luglio 2020

BLOG TOUR "Selvaggio è il cuore" di Nicoletta Canazza: INTERVISTA ALL'AUTRICE


Buongiorno lettori, in occasione della seconda tappa del blog tour dedicato al romance storico Selvaggio è il cuore di Nicoletta Canazza edito Literary romance abbiamo intervistato l'autrice. Venite a leggere cosa ci ha risposto.


DATA DI PUBBLICAZIONE: 29 Giugno 2020

TITOLO: Selvaggio è il cuore

AUTORE: Nicoletta Canazza

GENERE: romance storico
EDITORE: PubMe (Literary romance)

TRAMA

Messico, inizio Novecento. La giovane Helena Valenti d'Almerita ritorna dall'Europa in nave con la zia materna. A Port Real l'attendono le nozze con il ricco possidente Nicolas Valmontoya. Durante la traversata, però, nella tenuta dei Valmontoya accade una disgrazia che coinvolge il capofamiglia Esteban. Il matrimonio sembra andare a monte. Il ritorno di Gabriel, che per tutti è il primogenito di Esteban, è destinato ad accendere gli animi. Il giovane infatti ha la pessima fama di essere un uomo d’affari spregiudicato dal carattere iroso. Ed è proprio lui a chiedere la mano di Helena. Sollevando scandalo nel paese, Helena accetta la proposta. Saranno nozze dall'esito imprevedibile. Sposi per convenienza, i due vivranno situazioni difficili prima di scoprirsi legati dalla passione.




BLOG TOUR

Intervista all'autrice


1. Come è nata l’idea per questo romanzo? 

Prima che l'idea vorrei raccontare la storia di questo libro, rimasto a lungo nel cassetto. Lo avevo scritto qualche anno fa, ma senza “chiuderlo”. In qualche modo mi pareva che fosse una storia troppo romantica, troppo passionale, in definitiva troppo “rosa” e che perciò non avrebbe mai trovato pubblicazione. Così non avevo nemmeno scritto il capitolo finale pur avendolo chiaro in mente. Mi ero divertita a costruire una trama piena di passioni, ma era come se si fosse esaurita la spinta. Lo avevo riposto ed ero andata avanti. I personaggi, però, mi hanno aspettato. Un giorno, mentre cercavo di venire a capo di un altro romanzo su cui ero bloccata, ho deciso di fare un po' di ordine nei cassetti e loro erano lì, ancora in attesa del loro finale. Come deluderli? Ho approfittato del lock down legato all'emergenza Covid-19 per sistemare e completare finalmente il manoscritto, sfoltirlo di diverse cartelle, cambiargli il titolo e mandare il romanzo alla Literary Romance. In verità non mi aspettavo una risposta, ero già soddisfatta di aver “portato a casa” i personaggi. Invece l'editor Simona Friio si è innamorata di questo romanzo, mi ha aiutato a trovare la sua vera voce, gli ha dato una cover strepitosa e via. “Selvaggio è il cuore” è partito. Se dovessi dire adesso cosa mi ha ispirato a scriverlo, direi che quando ho iniziato volevo solo scrivere una bella storia d'amore e avventura, che facesse sognare. Forse non è un caso che abbia trovato pubblicazione in un momento così complesso per tutti, in cui si avverte di più il bisogno di leggerezza.


2. Come ha creato i personaggi? Hanno qualcosa di te?

Chi scrive mette sempre qualcosa di sé in ognuno dei suoi personaggi. Qui, le vere protagoniste, come in tutti i miei lavori, sono le donne, cui mi piace dare tratti psicologici forti e dettagliati. Quelle di “Selvaggio è il cuore” sono calate nella condizione femminile di inizio Novecento nelle zone rurali del Centro America, ma sono forti e volitive, e aspirano a essere padrone del proprio destino anche quando si legano a un uomo, sia per affetto o per interesse. Ho amato molto la protagonista Helena, ma altrettanto l'antagonista Magdalena perché entrambe esprimono uno slancio verso la realizzazione e l'indipendenza. E poi c'è lui, Gabriel, protagonista assoluto, conteso dalle due. C’è anche una buona dose di sensualità, pari alle passioni che animano i protagonisti, sia buoni che cattivi, inseriti in un mondo lontano nel tempo e nello spazio, ma animato da sentimenti senza limiti e senza confini. Io mi sono divertita molto a scrivere questo romanzo, spero che ci si diverta altrettanto a leggerlo. 


3. Come ha dato vita all'ambientazione? E perché ha scelto come periodo storico proprio il Novecento?

Volevo un intreccio classico, con imprevisti, complicazioni e colpi di scena da ambientare in un periodo di forti passioni, dove le vicende dei personaggi dovessero fare i conti con i grandi rivolgimenti sociali. Forse saranno state le influenze di cinema e letteratura, ma ho pensato subito al Messico di inizio Novecento come sfondo ideale. La mia protagonista arriva dall'Europa, cioè da un mondo completamente diverso e si ritrova in un Paese dove violenza e passioni, differenze sociali, sono molto forti. Volevo che il suo percorso di formazione partisse da uno choc culturale. Ovviamente non basta decidere lo sfondo, bisogna fare ricerche, approfondire l’ambientazione storica e i protagonisti “reali” dell'epoca: in questo caso i rivoluzionari Pancho Villa ed Emiliano Zapata che posero fine alla presidenza di Francisco Madero. Ho cercato di curare i dettagli del contesto, con particolari di economia, costume, politica e urbanistica. Chi legge seguirà soprattutto la trama, arricchita di sfumature gialle e pure nere, ma volevo essere accurata nel caso qualche lettore desiderasse approfondire il contesto storico.


4. Quale è stata la parte del romanzo più difficile da scrivere e perché?

In realtà, come dicevo, la parte più difficile è stato scrivere l'epilogo. Non perché non lo avessi chiaro in mente, ma forse perché non volevo staccarmi veramente da questo romanzo. Forse, inconsciamente, finché non gli avessi dato il loro finale, pensavo che i protagonisti sarebbero stati costretti a restare con me. Invece era giusto che avessero il loro happy end e, in effetti, quando ho deciso di lasciarli andare, mi è bastato scrivere qualche appunto su un foglio e il finale era bell'e fatto. Confesso però che alcune parti sono state riscritte rispetto all'originale. Alcune scene, rilette a distanza di anni, non funzionavano o risultavano troppo macchinose così sono state modificate. Il rischio era di far sembrare i protagonisti stucchevoli o poco credibili. Spero di avergli reso giustizia.


5. Quali sono i tuoi autori/autrici preferiti? Hanno influenzato in qualche modo il tuo modo di scrivere?

Ho sempre amato i romanzi “fiume”. Ci sono autori da cui non si può prescindere, Tolstoj, Dostoevskij, Mann, Zola, Dickens, Austen, ma a fare un elenco si finirebbe per fare torto a qualcuno. Ci sono autori italiani dalle vicende personali straordinarie come Matilde Serao e poi Verga e De Roberto, e anche qui mi fermo. E poi la letteratura latinoamericana, così forte e sanguigna, è stata come aprire una porta su un mondo magico. Non solo i contemporanei, dove si contano diversi Premi Nobel ma anche autori meno noti. È stata per me una sorpresa scoprire che molte telenovelas latinoamericane si ispirano a classici della letteratura in lingua spagnola del secolo scorso: dai romanzi di autori come Caridad Bravo Adams o Romulo Gallegos, per dirne due, sono stati tratti infiniti remake. E qualcuno oserebbe oggi dire che Via col vento era un romanzo “per signorine”? Ogni libro che ho letto mi ha lasciato dentro qualcosa. Sono grata a tutti.







BIOGRAFIA

Nicoletta Canazza
Veneta, di madre emiliana, è giornalista professionista. Laureata a Padova in Giurisprudenza e in Scienze Politiche. Ha lavorato per i quotidiani Il Resto del Carlino, Il Mattino di Bolzano e Il Sole 24ore. Dal 2010 è in redazione al Gazzettino.
Ha scritto: Fortuna Brevis, La madre distratta, La lingua di Venere (Racconti), Tanto non ti amerò, Selvaggio è il cuore
Dai suoi romanzi “La madre distratta” e “Tanto non ti amerò” sono stati tratti due film. Ha co-sceneggiato il corto “Florindo e Carlotta. La vita segreta delle chiocciole” della regista Rossella Bergo. Ha collaborato alla guida “I luoghi degli scrittori veneti” (ML edizioni, 2018) e al volume “Donne che fecero l'impresa. Veneto” (ed Il loggione). Dal racconto "Venga la notte" (ne La lingua di Venere) è stato tratto un testo teatrale.
Colleziona foto di ombrelli rotti e abbandonati.
www.nicolettacanazza.it
Instagram: nicolettasenzaombrello

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