martedì 15 dicembre 2020

RECENSIONE "I prati dopo di noi" di Matteo Righetto

 




TITOLO:
 I prati dopo di noi
SERIE: no serie, autoconclusivo
AUTORE: Matteo Righetto
DATA DI PUBBLICAZIONE: 17 Novembre 2020
EDITORE: Feltrinelli
GENERE: narrativa contemporanea
FINALE: chiuso
PROTAGONISTI: Bruno, giovane gigante dal cuore buono; Johannes, anziano; Marlene, bambina muta.




TRAMA

Mentre il collasso climatico e il riscaldamento globale compromettono la vita dell’uomo nelle pianure arroventate, la montagna sembra rappresentare l’ultimo, precario, rifugio. E sulla montagna altoaltesina – carissima all’autore e ai suoi lettori – si trovano Bruno, Johannes e Leni.

Bruno è un ragazzo gigantesco ma paradossalmente attratto dalle cose piccole, in primis gli insetti. In paese viene considerato uno sciocco, ma è capace di comprendere cose che ai più non è dato vedere né sentire col cuore. “Personalmente,” chiarisce l’autore, “ho sempre amato certi personaggi ‘tonti’ o emarginati presenti in molta narrativa scandinava e yiddish e per la stesura di questo romanzo breve ho voluto tratteggiare alcune figure salvifiche di questo tipo.”

Il vecchio Johannes, invece, è minuscolo ma arzillo. Rimasto solo nella vita e convinto che il mondo stia finendo a causa dell’avanzata inesorabile dei nuovi barbari, costruisce una bara con l’ultimo abete rosso presente dietro la sua baita, la carica su un carretto e parte per il massiccio dell’Ortles, un monte sacro, sfidando a dama diversi avversari in altrettanti villaggi dove si ferma per passare la notte.

Lungo il suo viaggio, tra calura, aridità e squilibrio ambientale che nel corso degli anni hanno sfigurato il volto di quelle terre, incontrerà Leni, una bambina sola e muta che lo accompagna, inconsapevole, verso una sorte comune.

Johannes, Leni e Bruno sono naturalmente destinati a incontrarsi, insieme alle ultime api del mondo messe in salvo dal gigante, a ridosso dell’unico nevaio sopravvissuto. Prima di una partita finale a dama.

RECENSIONE

I prati dopo di noi è un romanzo breve incentrato sull’importanza della natura e degli animali ma soprattutto della loro preservazione. Matteo Righetto ci trasporta in un tempo stravolto dai cambiamenti climatici, dove l’uomo ha distrutto tutto e la natura si sta ribellando e riprendendo i suoi spazi. Un tempo che può rappresentare il nostro prossimo futuro se non facciamo qualcosa ora. Subito. Non domani quando sarà troppo tardi. Bruno, Johannes e Marlene sono i protagonisti di questa storia evocativa e piena di significato. Bruno è un giovane gigante dal cuore buono e generoso, considerato da tutti strano soltanto perché sogna ad occhi aperti e ha lo sguardo incantato sul mondo. Ama la natura, gli animali e soprattutto le api che con il loro instancabile lavoro hanno un ruolo importantissimo nel mantenimento della biodiversità e nella conservazione dell’ambiente. Johannes è un anziano che ama il silenzio e il lavoro, un uomo che ha perso tutto e che porta sulle spalle un passato difficile e doloroso. È convinto che il mondo sta soccombendo e decide di mettersi in viaggio con il suo carretto e una strana bara. E poi c’è Marlene, una bambina muta rimasta sola al mondo che sopravvive come meglio può. Le vite di questi tre personaggi si intrecceranno per dare un senso a tutto quanto. Tre personaggi in tre diversi momenti della vita che sembrano rappresentare un’unica persona. Lo stile è scorrevole ed evocativo, poetico e riflessivo nonostante a semplicità della storia. La natura ci circonda ma noi non ne siamo i padroni. Siamo soltanto degli ospiti di passaggio e le azioni che compiamo si ripercuotono sempre su coloro che verranno dopo di noi. Pertanto dobbiamo sempre chiederci cosa vogliamo lasciare alle nostre generazioni.


Raffaella






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