DATA DI PUBBLICAZIONE: 23 Novembre 2021
TITOLO: Il grande libro dei fantasmi di Natale
SERIE: Grishaverse
AUTORE: Leigh Bardugo
GENERE: raccolta di racconti fantasy - epico
EDITORE: Mondadori
TRAMA
Nell'epoca vittoriana era tradizione che, sotto Natale, i periodici più diffusi pubblicassero racconti di fantasmi, se non proprio dell'orrore, ben lontani dalla tranquillizzante atmosfera del Canto di Natale dickensiano. Erano amatissimi dai lettori che volevano unire ai brividi del freddo quelli della paura e trascorrere momenti di lettura solitaria o in famiglia accanto al caminetto. Erano scritti da autori poco sconosciuti, quando non anonimi, ma anche le grandi firme letterarie si sono cimentate nel genere: questo volume raccoglie oltre 60 storie scritte, tra gli altri, da autori del calibro di Joyce, Lovecraft, Jerome, Carroll, Barrie, Alcott, Hawthorne e tanti altri.
BLOG TOUR: I fantasmi famosi in letteratura
Quanto conoscete la letteratura? Vi ricordate i fantasmi più famosi nella letteratura? Ve ne parlo in questa tappa.
1. Canto di Natale di Charles Dickens
Canto di Natale è il celeberrimo racconto di Charles Dickens pubblicato per la prima volta nel 1843. La storia è arcinota, anche perché portata spesso al cinema e in televisione: l’avaro Ebenezer Scrooge riceve la visita, durante la notte di Natale, prima del fantasma del suo vecchio socio Jacob Marley e poi degli spettri del Natale passato, presente e futuro, che gli mostrano, tramite immagini natalizie di varie fasi della sua vita, come abbia sprecato la propria esistenza alla ricerca del denaro e del profitto, ignorando e rovinando ogni rapporto umano, rappresentati dal nipote Fred. Terrificato e impressionato da quello che i fantasmi gli mostrano – che altro non è, però, che la realtà che ha già vissuto e che sta per vivere – Scrooge decide di ravvedersi, cambiando, a partire dalla mattina dopo, completamente stile di vita, concedendo un aumento al proprio impiegato Bob Cratchit, facendo visita al nipote e più in generale rendendosi più affabile con gli altri.
Al di là della trama natalizia, carica di buoni sentimenti espressi però con rara onestà, il racconto è importante anche dal punto di vista sociale, perché nelle intenzioni di Dickens doveva essere un duro atto d’accusa nei confronti delle classi più abbienti e dello sfruttamento a cui, proprio in quel periodo, stavano sottoponendo i poveri e gli umili; dal punto di vista gotico, infine, nel racconto (come in altri dello stesso Dickens) emerge un gusto per l’orrore che ben equilibra il zuccheroso finale, con fantasmi che tormentano il protagonista tramite il rumore di catene, scene terrificanti (a Marley cade perfino la mascella) e presenze particolarmente lugubri (lo spirito del Natale futuro è una figura silenziosa avvolta completamente da un mantello nero, dal quale emerge solo una mano).
2. Amleto di William Shakespeare
Amleto è tra le più famose e citate tragedie di William Shakespeare. Fu scritta probabilmente tra il 1600 e l'estate del 1602. E uno dei fantasmi più famosi che infestano il teatro è quello del defunto papà del principe di Danimarca, l’enigmatico Amleto.
Di nome fa Amleto anche lui e non perché Shakespeare avesse poca fantasia. All’epoca si usava così, si tramandava il nome assieme al titolo e a tutte le ricchezze.
Ad Amleto junior però, dopo la morte del padre, non è spettato niente.
La regina madre si è subito risposata e col fratello dell’ormai ex marito, lo zio di Amleto, il re Claudio, che ha ereditato il potere, un bellissimo castello a picco sul mare, una splendida moglie e tutto quanto il regno. Amleto la sente, eccome se la sente. Osserva madre e zio festeggiare allegramente le nozze dopo nemmeno un mese dal lutto, da solo e vestito di nero, domandandosi che senso abbiano le futili usanze del mondo.
Una notte tenebrosa però, al sinistro rintocco delle campane, ecco che accade il prodigio. Dal nulla appare ad Amleto il fantasma del padre, con ancora addosso l’armatura che indossava quando era in guerra.
Ora, una cosa che abbiamo imparato sui fantasmi è che tornano sempre e solo se hanno conti in sospeso, e il fantasma del re non fa eccezione.
Amleto, spaventato, ascolta quello che ha da dirgli. Il re Amleto è stato assassinato, avvelenato in giardino mentre nel pomeriggio faceva il suo solito sonnellino. E ad avvelenarlo è stato nient’altri che il fratello Claudio, per potergli usurpare il trono.
Se ora è lì, senza carne e senza ossa, è solo per domandare al figlio di compiere la vendetta. Uccidere Claudio e riprendersi ciò che gli appartiene.
3. Il giro di vite di Henry James
Il racconto dello scrittore angloamericano è probabilmente il più ambiguo di tutta la storia della letteratura, per il suo finale sospeso, per i pochi indizi che lascia per risolvere il mistero, per il contrasto che è emerso tra i commentatori che hanno provato a districare la matassa: ma, in un certo senso, proprio l’ambiguità dal punto di vista razionale della storia ben simboleggia l’ambiguità stessa dei fantasmi e in generale del soprannaturale, il che era probabilmente il vero scopo che James si era prefissato di raggiungere.La storia è raccontata tramite alcuni diari di una governante, miss Giddens, che viene assunta da un ricco londinese per fare da istitutrice ai suoi due nipoti rimasti orfani, Miles e Flora, che vivono in una bella villa a Bly; qui la ragazza si reca, rimanendo subito affascinata dall’intelligenza dei due bimbi, ma iniziando a notare nei dintorni della villa la strana presenza di due figure che, secondo la descrizione, corrisponderebbero alla governante che l’aveva preceduta e dell’ex maggiordomo Peter Quint. Quando scopre che queste due persone in realtà si sono suicidate perché era stato impedito loro di sposarsi, miss Giddens si convince che si tratti di fantasmi che vogliono tormentare i bambini, anche se quegli stessi bambini sembrano nascondere dei segreti.
4. L’incubo di Hill House di Shirley Jackson
Molto simile a Il giro di vite, almeno nella descrizione di un orrore mai esplicito ma sempre supposto e legato ad un finale aperto, è anche L’incubo di Hill House (o La casa degli invasati, a seconda della traduzione), romanzo del 1959 di Shirley Jackson poco noto in Italia ma che ha avuto un peso non indifferente nell’evoluzione del genere.La storia ruota attorno a una casa, quella di Hill House, che ha fama di essere maledetta e nella quale uno studioso di fenomeni paranormali, il professor Montague, e il giovane proprietario hanno convocato vari ESP o presunti tali, sperando così di assistere a qualche manifestazione soprannaturale: all’appello però hanno risposto solo due donne, Eleanor Vance – la protagonista, che vive come una reclusa dopo aver accudito per vari anni la madre malata e ora scomparsa – e Theodora, una ragazza anticonformista e forse omosessuale (siamo negli anni ’50, difficilmente si poteva essere più espliciti); la casa di manifestazioni soprannaturali ne dà parecchie, portando i suoi abitanti, e soprattutto Eleanor, sull’orlo di una crisi di nervi, fino a quando lei stessa non si rende protagonista di quegli stessi rumori ed effetti che si erano sentiti a lungo nelle giornate precedenti e decide di suicidarsi andandosi a schiantare con l’auto contro un albero, diventando lei stessa il fantasma della casa.
L’ambiguità del romanzo sta tutta qui: c’erano davvero i fantasmi, o i rumori e le stranezze erano semplicemente frutto della suggestione dei protagonisti? E se c’erano, hanno davvero richiamato Eleanor a loro? O quei rumori non erano forse quelli prodotti dalla stessa Eleanor che, in una dimensione spazio-temporale diversa, ha sempre infestato lei sola la casa? Le domande sono molte, e, come in tutti i grandi romanzi gotici, non c’è una risposta univoca.
5. Shining di Stephen King
Uno dei capolavori di Stephen King è Shining che già tre anni dopo sarebbe stato portato sul grande schermo da Stanley Kubrick e Jack Nicholson, consegnandone la storia alla leggenda. La trama è nota: insegnante fallito e appena licenziato, Jack accetta l’incarico di guardiano invernale di un grande hotel, dove si trasferisce, isolato da tutti, con la famiglia; qui però oscure presenze continuano a tormentare lui e i suoi parenti, con apparizioni di fantasmi, siepi che si animano di notte e soprattutto un’oscura forza che spinge il più fragile dei tre, proprio Jack, verso il male, fino a portarlo ad aggredire fisicamente la propria famiglia, che sarà salvata solo in extremis dal ritorno di un dipendente dell’albergo, il cuoco Dick Hallorann, legato a Danny da poteri soprannaturali.
6. Il fantasma di Canterville di Oscar Wilde
Sir Simon è il fantasma di Canterville, un vecchio nobiluomo che viveva in quel castello nel Cinquecento, costretto a vagare all’interno delle sue stanze per tutta l’eternità per aver ucciso la moglie. La moglie di Sir Simon, Lady Eleanor, è infatti morta a casa sua perché durante un accesso d’ira il nobile l’ha spinta facendola cadere. Il motivo della lite era che lei non era in grado di prendersi cura delle faccende domestiche. Una cosa, a pensarci bene, piuttosto ridicola. Ma non è l’unica: il resto del libro si svolge infatti in una maniera un po’ particolare.
Il tempo passa, e il confronto fra il fantasma e la famiglia vede il fantasma avere la peggio: c’è chi gli lascia l’olio per ungere le sue catene in modo che non faccia confusione, ci sono i due gemelli della famiglia Otis, detti Stars and Stripes, che gli fanno costantemente i dispetti; c’è il figlio maggiore, Washington, fissato con il dover pulire assolutamente con un incredibile pulitore la macchia di sangue della moglie di Sir Simon, che dal Cinquecento resta sul tappeto della casa, viene eliminata e poi tutte le mattine ricompare.
Mossa a pietà nel voler instaurare un rapporto col fantasma, c’è soltanto la figlia di mezzo, Virginia, che ai tempi dell’acquisto è una giovane quindicenne, che vediamo crescere man mano nel racconto. Quando il fantasma di Sir Simon inizia a manifestarsi sempre meno, le vicende della famiglia vanno avanti, e fanno sì che Virginia venga notata dal vicino di casa, Lord Cecil, che si innamora di lei.
Ad un certo punto però la ragazza sparisce. Ha infatti trovato il fantasma di Sir Simon ed ha finalmente instaurato con lui un rapporto sempre più stretto. Quando capisce il dolore dell’uomo, la povera Virginia piange e prega per lui. Questo spezza la maledizione e avvera la predizione per cui Sir Simon sarebbe stato liberato dall’incantesimo il giorno in cui una giovane anima pura avesse pianto per i suoi peccati.
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