venerdì 17 giugno 2022

RECENSIONE "La casa di marzapane" di Jennifer Egan

 


TITOLO: La casa di marzapane
TITOLO ORIGINALE: The Candy House
SERIE: no serie, autoconclusivo
AUTORE: Jennifer Egan
DATA D’USCITA: 17 Maggio 2022
EDITORE: Mondadori
TRADUTTORE: Gianni Pannofino
GENERE: narrativa contemporanea
FINALE: chiuso





TRAMA

Bix Bouton è assurto a "semidio della tecnologia" grazie allo straordinario successo della sua società, Mandala. Bix ha quarant'anni ed è alla disperata ricerca di una nuova idea, quando s'imbatte in una discussione in cui si parla di download o dell'"esternalizzazione" della memoria. È il 2010. Nel giro di un decennio la nuova tecnologia di Bix, "Riprenditi l'Inconscio", che ti consente di accedere a qualsiasi ricordo tu abbia mai avuto e di condividerlo in cambio dell'accesso ai ricordi degli altri, ha sedotto moltitudini. Ma non tutti.

Attraverso una serie di affascinanti narrazioni a incastro, Egan mette in luce le conseguenze di "Riprenditi l'Inconscio" illustrando le vite di diversi personaggi i cui percorsi si intersecano nel corso dei decenni. La casa di marzapane non è solo intellettualmente folgorante, ma è anche una testimonianza della straordinaria tenacia dell'aspirazione umana ai rapporti autentici, all'amore. Nello spettacolare mondo dell'immaginazione dell'autrice, ci sono i "contatori" (che tracciano e sfruttano i desideri) e ci sono gli "elusori" (che hanno capito quanto costi dare un morso alla casa di marzapane). Se Il tempo è un bastardo era stato organizzato come un concept album, La casa di marzapane adotta la poetica della Electronic Dance Music, e richiama anche giochi, portali e mondi alternativi dando spesso l'impressione di muoversi tra le dimensioni di un gioco di ruolo.

La casa di marzapane è senza ombra di dubbio il romanzo più atteso degli ultimi anni: una sorta di sequel del celebratissimo Il tempo è un bastardo, di cui riprende alcuni personaggi, alcuni punti della trama e la polifonicità ipnotica e meravigliosa degli stili. È un romanzo elettrizzante e commovente che ci parla di noi oggi, della ricerca di autenticità e significato in un mondo dove ricordi e identità non sono più privati e dove le nuove tecnologie aprono continuamente ulteriori, inquietanti scenari. Un libro selvaggiamente ambizioso per i temi che tratta e per il modo in cui li tratta.

RECENSIONE

La scrittrice Jennifer Egan torna con un nuovo romanzo intitolato La casa di marzapane, che spinge il lettore a interrogarsi, di tecnologia e rapporti umani. La storia riprende alcune figure già incontrate in Il tempo è un bastardo, con cui l'autrice ha vinto il Pulitzer nel 2011. Ci troviamo nell’era digitale come la nostra, un mondo virtuale che, apparentemente, soddisfa i nostri desideri più grandi come i dolci con i quali è costruita la casa della strega nella fiaba di Hänsel e Gretel. Bix Bouton è un miliardario grazie a internet e ai social media, fondatore della sua società, Mandala. Bix è alla ricerca di idee e così mentre passeggia per New York si imbuca in casa di un certo professor Hollander, dove si tiene un incontro per discutere sulle tesi di Miranda Kline. Miranda Kline è l'antropologa che, studiando una tribù amazzonica, ha scoperto i logaritmi che sottendono al comportamento umano in termini di relazione e fiducia: in pratica, l'umanesimo che ha fornito le basi per la disumanizzazione o, volendo, la brillante mente che ha fornito lo spunto a giovani intraprendenti per diventare ricchissimi. È qui che Bix rubacchia un'altra idea, questa volta da una esperta di animal studies: l'esternalizzazione delle percezioni, che diventa quella della nostra coscienza. Ed ecco che crea una nuova tecnologia, "Riprenditi l'Inconscio", che consente di accedere a qualsiasi ricordo che l'uomo abbia mai avuto, anche quello dimenticato, e di condividerlo in cambio dell'accesso ai ricordi degli altri. Attorno a Bix ruotano altri personaggi, grazie ai quali Jennifer Egan ritrae la società americana nelle sue manie, derive, dipendenze, ridicolaggini e ferite. Figli viziati, figli abbandonati, carrieristi, cervelloni informatici, drogati. È uno di quei cervelloni informatici, Lincoln Hollander, a spiegare perché i ribelli del sistema, i cosiddetti «elusori», sbaglino a lasciarsi ancora sedurre «da una fantasia di libertà e di fuga», dall'inseguimento di «quel senso di unicità che provavano prima che conteggi come i nostri dimostrassero loro quant'erano paurosamente simili a tutti gli altri». Eppure restano dei «buchi»: ricordi sfuggiti alle maglie del sistema, gente che si ostina a tenersi qualcosa per sé. Come Gregory, l'ultimogenito di Bix Bouton. E c'è una sola «macchina» che ci dia accesso a questo sottobosco da esplorare all'infinito: la letteratura, che regala soltanto, senza privare di nulla, tanto meno della libertà. La casa di marzapane non è una distopia né una storia contro lo sviluppo tecnologico, né un’immagine catastrofica di ciò che potrebbe accadere se continuiamo a ignorare i pericoli intrinsechi dell’uso superficiale dei social media. È un luogo dove non vengono fornite risposte ma che ci spinge a formulare le domande, interrogarci, osservare le cose da punti di vista molteplici. L’autrice intreccia quindi piani temporali, personaggi, storie e temi, costruendo così una narrazione molteplice, per punto di vista e modalità narrativa. La tematica principale è l’essere umano in tutte le sue sfaccettature: nelle relazioni con gli altri, nei rapporti, nelle mancanze. I personaggi del romanzo sono uomini e donne alle prese con i traumi del passato, con le zone d'ombra, con le conseguenze delle proprie scelte e le difficoltà di costruire rapporti autentici. Un romanzo corposo che ci offre una chiave di lettura per interpretare il nostro confuso e complicato presente.




Nessun commento:

Posta un commento