giovedì 21 luglio 2022

RECENSIONE "È l'umido che ammazza" di Filippo Venturi





TITOLO: E' l'umido che ammazza
SERIE: #3 Emilio Zucchini
AUTORE: Filippo Venturi
DATA DI PUBBLICAZIONE: 28 Giugno 2022
EDITORE: Mondadori
GENERE: giallo
FINALE: chiuso







TRAMA

Siamo a fine 2020, tra un'ondata di Covid e l'altra. La serranda della Vecchia Bologna va su e giù a seconda dei Dpcm, insieme all'umore dell'oste, il nostro Emilio Zucchini, paladino della cucina bolognese e detective per modo di dire. È proprio in questo momento complicato per tutti, mentre le regioni cambiano colore come un semaforo impazzito e i ristoratori sono alle prese con le consegne a domicilio (e nel caso di Zucchini col dolore fisico che gli provoca mettere lasagne e tagliatelle dentro vaschette di alluminio e affidarle al loro incerto destino su due ruote) che Alice, una delle cameriere della trattoria, scompare nel nulla. Alice per Emilio è un'amica, una di casa, talmente di casa che durante il primo lockdown se l'è ritrovata in salotto, in Erasmus sul suo divano letto. E ora, proprio nell'ultimo sabato di servizio prima dell'ennesima chiusura di bar e ristoranti, lei non si presenta in trattoria, stacca il telefono e si fa di nebbia. Nelle stesse ore il notaio Degli Esposti, stimato professionista, viene trovato morto nel suo studio in centro, il corpo schiacciato da una pesante statua in marmo. La scena del crimine è così assurda e truculenta da far sudare freddo il commissario Iodice e i suoi fidi scudieri. Di lì a poco è il turno del commercialista Farinetti, trovato agonizzante tra le sue lenzuola di seta. I due facevano parte dello stesso gruppo di amici, i Milordini , clienti abituali di Delfo, storico ristorante vicino di portico della Vecchia Bologna. Ma Emilio se ne frega e si lancia alla ricerca della sua Alice. Peccato che le poche tracce che la ragazza ha lasciato dietro di sé sembrino condurlo sempre più vicino agli omicidi dei Milordini... e lui si ritrova a sperare con tutto se stesso di aver unito male i puntini. Lo scrittore-ristoratore bolognese torna con una comedy più spassosa e più nera che mai, capace di sdrammatizzare con intelligenza persino le conseguenze della pandemia, e all'ormai mitico Zucchini affianca una serie di personaggi femminili destinati a lasciare il segno.

RECENSIONE

Dopo Il tortellino muore nel brodo e Gli spaghetti alla bolognese non esistono, Filippo Venturi torna con il terzo capitolo della serie dedicata a Emilio Zucchini, l'oste più famoso di Bologna, proprietario di una trattoria, celebre non solo per il suo infallibile gusto culinario ma anche per un notevole fiuto investigativo. Stavolta lo troviamo alle prese con le restrizioni dovute alla pandemia e agli effetti che tale circostanza ha provocato sulle attività di ristorazione. Ed è proprio in questo momento così difficile che Emilio si ritroverà di nuovo in mezzo a un caso investigativo, che anche stavolta coinvolgerà qualcuno di molto vicino a lui: Alice, la sua fidata cameriera. Infatti, da un giorno all'altro la ragazza scompare e nel frattempo una serie di misteriosi omicidi, aventi come oggetto un gruppo di uomini conosciuti come "i Milordini" - perché esigono sempre il meglio - comincia ad interessare la città. Ma Emilio non ha dubbi: le due cose non possono essere collegate, lui ne è certo. La sua dolce, amorevole e simpatica aiutante non può essere legata a tali avvenimenti. Non arrendendosi alla scomparsa della ragazza, il nostro protagonista inizia a pensare, a raccogliere indizi, appunti, a mettere in fila cose apparentemente ordinarie ma che sembrano, ora, trovare un filo logico. Si scopre inoltre, che alla scomparsa di Alice si legano anche quelle di Rebecca ed Elena, altre due sue amiche, e che le stesse sarebbero implicate nella vicenda. Emilio non può lasciare nulla di intentato e in men che non si dica si ritroverà di nuovo sulla strada del commissario Iodice: stavolta il nostro rischia davvero di mettersi nei guai! Con la sua scrittura fluida, godibile e senza fronzoli, Filippo Venturi ci racconta vicende sempre più intricate senza mai perdere la freschezza. Una caratteristica decisamente peculiare, se pensiamo che in questo libro la vivacità di racconto riesce a combinarsi con una storia che va a toccare il tema delicatissimo della violenza di genere. È evidente che, ormai al terzo libro, l'autore abbia raggiunto una maturità notevole di scrittura e abbia saputo mischiare elementi, indizi e dettagli, intrecciando momenti decisamente oscuri, ricchi di suspense e degni del miglior thriller a quelli più brillanti, in cui il nostro Zucchini spicca con la sua verve sagace e ironica, talvolta addirittura comica. Come nei due libri precedenti, il lettore non riesce a staccarsi dalla pagina e la suspense è gestita in maniera eccellente.




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