mercoledì 22 febbraio 2023

BLOG TOUR "La città della vittoria" di Salman Rushdie: PATRIARCATO E FEMMINISMO IN INDIA

 



DATA DI PUBBLICAZIONE: 7 Febbraio 2023

TITOLO: La città della vittoria

AUTORE: Salman Rushdie

GENERE: narrativa storica
EDITORE: Mondadori

TRAMA

Nell'India del XIV secolo, dopo una sanguinosa battaglia tra due regni ormai dimenticati, una bambina di nove anni ha un incontro divino che cambierà il corso della storia. La giovanissima Pampa Kampana, distrutta dal dolore per la morte della madre, diventa un tramite per la dea sua omonima, che non solo inizia a parlare attraverso la sua bocca, ma le accorda enormi poteri e le rivela che sarà determinante per la nascita di una grande città chiamata Bisnaga (letteralmente "città della vittoria"). Nei 250 anni successivi, la vita di Pampa Kampana si intreccia profondamente con quella di Bisnaga: dalla creazione resa possibile grazie a un sacchetto di semi magici alla tragica rovina provocata dall'arroganza dei potenti. E sarà proprio il racconto sussurrato a mezza voce dalla nostra eroina a dar vita, via via, a Bisnaga e ai suoi cittadini, nel tentativo di portare a termine il compito che la dea le ha assegnato: garantire alle donne un potere paritario in un mondo patriarcale. Ma tutte le storie hanno un modo per rendersi indipendenti dal loro creatore, e Bisnaga non farà eccezione. Con il passare degli anni, con l'avvicendarsi dei governanti, delle battaglie vinte e di quelle perse, il tessuto stesso di Bisnaga diventa un arazzo sempre più complesso, al centro del quale resta però comunque la nostra eroina. Strutturato come la traduzione di un'antica epopea, La città della vittoria è una saga di amore, avventura e mito e una testimonianza del potere della narrazione.


BLOG TOUR: Patriarcato e femminismo in India


La prospettiva femminista varia da Paese a Paese, a seconda del contesto e delle lotte presenti in una certa società. L’India, ad esempio, è caratterizzata dal sistema delle caste. Questa gerarchia, che risale a circa 3.000 anni fa, divide le persone in quattro classi, a loro volta suddivise in migliaia di sotto-caste. L’appartenenza a una certa casta influenza tutti gli aspetti della vita: se e quanta istruzione una persona riceverà, chi sposerà, come si vestirà, che professione potrà svolgere, quanto grande sarà la sua casa, chi potrà comporre il suo cerchio di amicizie e addirittura in che classe, sul treno, avrà diritto di viaggiare. Da donna, appartenere a una casta inferiore significa vedersi negate opportunità di studio, di lavoro e partecipazione alla vita sociale.

Il femminismo è ancora percepito come un movimento riguardante solo le donne, ma in realtà lotta per tutte le minoranze, come le persone trans, di genere non conforme, con disabilità. E anche quando parliamo di donne, non ci riferiamo a quelle più privilegiate e basta. Inoltre per noi è fondamentale dialogare con gli uomini . Non per sminuire le nostre rivendicazioni, ma per invitarli ad ascoltare e smettano di percepire il femminismo come una battaglia contro di loro.


I ruoli e le norme di genere sono ancora molto forti e difficili da estirpare. Ad esempio, in alcune zone dell’India il fatto che una donna lavori è vissuto come una vergogna. 
Generalmente alle donne viene affidato il compito di gestire la casa e all’uomo la sfera pubblica, il guadagno, il sostentamento economico. Perciò se una donna lavora, l’idea è che lo faccia perché il marito non guadagna abbastanza e non per la propria indipendenza economica o emancipazione. Ad alcune donne, tuttavia, tocca lavorare sia in casa che fuori. E nei campi in cui lavorano non vengono molto riconosciute. In un settore come l’agricoltura – che rappresenta una grossa porzione dell’economia nazionale – lavorano in maggioranza donne. Però, nell’immaginario comune, quando si parla di agricoltura si pensa a un’occupazione esclusivamente maschile.

Per quanto riguarda l’istruzione, purtroppo mancano ancora lezioni obbligatorie di educazione sessuale o laboratori sulle relazioni e le questioni di genere. Questa situazione è difficile da cambiare, perché non è automatico “disimparare” le cose a cui si è stati abituati.

Nessun commento:

Posta un commento